Famiglia

Storia. «Da Lignano all'Austria, così ci siamo comprati la panchina del nostro amore»

Greta Dircetti domenica 10 ottobre 2021

Eva e Armando oggi sulla "loro" panchina

Quando Eva e Armando con i loro due figli hanno saputo che il Comune aveva intenzione di rinnovare lʼarredo urbano, non hanno avuto dubbi Ora quellʼoggetto tanto caro fa bella mostra di sé nel giardino della loro casa vicino a Vienna e «tutti si vogliono sedere sopra» .Andiamo a Lignano, lì ci sono tante tedesche», dice Armando Agostini all’amico Renzo Ceccato nell’estate del 1971. Scherza Armando, 19 anni, un viaggio in autostop e due settimane in tenda con l’amico di una vita davanti. Scherza, ma in quella battuta c’è qualcosa di profetico perché lì, a Lignano Sabbiadoro una bionda che parla tedesco l’ha conosciuta davvero e poi l’ha anche sposata. Lei è austriaca in verità, non tedesca, ma l’amore non teme una lingua diversa, soprattutto quando a innamorarsi sono due ragazzi.

E chi avrebbe scommesso sulla storia d’amore tra un italiano 19enne e un’austriaca 16enne? Loro due, Armando e Eva, e tanto è bastato per ritrovarsi 50 anni dopo a Lignano, sulla stessa panchina sulla quale si erano seduti la sera del primo incontro. Ora la panchina non è più in piazza Ursella, ma all’entrata del giardino della coppia, in Austria e questa è una storia d’amore lunga (fin’ora) mezzo secolo. Armando lo dice: «Se dovessi scegliere una donna oggi, sceglierei ancora mia moglie» e sentendo come parla del loro primo incontro è facile credergli. «La sera del 12 agosto nella piazza di Lignano c’era musica e si ballava. Noi abbiamo subito notato queste due ragazze bellissime, vicino a loro c’erano anche i genitori (di Eva)». La moglie interviene: «Già dal primo sguardo ho capito, Armando mi ha colpita subito – e continua – ci hanno chiesto il numero dell’ombrellone (c’era anche un’amica con me) per venirci a trovare, ma non credevamo ci trovassero. La spiaggia era grande e noi quel giorno eravamo anche arrivate tardi. Invece loro erano lì ad aspettarci».

Eva è convinta, «non è un caso che ci siamo incontrati, doveva essere così», e su come facessero a parlare con quei due ragazzi italiani ride: «Io e la mia amica avevamo un diario (che ho ancora) sul quale scrivevamo qualche parola per farci capire da loro, non frasi intere perché non eravamo capaci, – e dice – ma tra giovani ci si capisce sempre in qualche modo».

Dopo la prima serata Eva e Armando non si sono più lasciati per i due giorni successivi, andavano a ballare, passeggiavano, si incontravano in spiaggia e soprattutto sulla panchina in piazza Ursella. Poi le vacanze sono finite, Eva è tornata in Austria e Armando è andato a Trieste per l’anno di servizio militare. Qui si sono incontrati una seconda volta, a Pasqua del 1972. I genitori di Eva avevano deciso di trascorrere qualche giorno di vacanze in Italia e quale posto migliore di Trieste per farlo? Prima e dopo il loro secondo incontro i due non si scritti spesso, «ho tenuto tutte le nostre lettere, sono in una scatola qui a casa – racconta Eva. – Lui però non parlava inglese e con il tedesco era anche peggio. A me l’italiano invece piaceva e mi sforzavo di scrivergli nella sua lingua».

Eva e Armando 50 anni fa a Lignano Sabbiadoro - Per gentile concessione della famiglia

Finito l’anno di leva Armando è partito per l’Austria, una sola valigia e tante speranze. La famiglia di Eva lo ha accolto in casa, «i miei genitori erano molto aperti», dice lei e dopo due anni, nel 1974, i due ragazzi si sono sposati. Non hanno però mai dimenticato la panchina di Lignano e ci hanno portato più volte figli e nipoti: «Le nostre nipotine una volta si sono sedute lì e mi hanno detto: 'Dai nonna facci una foto per vedere come saremo tra 30 anni'».

Di anni, dal primo incontro, ne sono passati invece 50 e quando la coppia ha saputo che la piazza dell’amata panchina sarebbe stata rinnovata, ha chiesto al Comune di poterla acquistare. Permesso accordato, ora la panchina fa bella mostra vicino a Vienna nel giardino dei coniugi Agostini e pare che porti fortuna, «tutti si vogliono sedere sopra», dice Eva. A portargliela è stato un amico della coppia che ha un mobilificio poco distante da Lignano. L’ha caricata sul furgone e portata a Wiener Neustadt, 500 chilometri più a Nord, in Austria. Negli anni il loro legame si è consolidato e sono diventati inseparabili anche nel lavoro. «Avevamo una piccola impresa – racconta Armando –vendevamo al dettaglio abbigliamento e calzature. Mia moglie era il mio braccio destro, andava anche in Italia a comprare i capi che ci servivano». E scherza: «Ha anche imparato il dialetto veneto». Un matrimonio, due figli, Lisa e Luca e due nipoti, per Armando «l’innamoramento è il primo passo per costruire un tetto sotto il quale crescere insieme, poi però bisogna smussare il proprio carattere e valorizzare l’altro».

Eva e Armando oggi circondati da figli e nipoti - Per gentile concessione della famiglia

Aggiunge: «La fortuna si costruisce, non è una stella che ti cade addosso». E sulla moglie aggiunge: «Lei è brava a dipingere, una donna speciale che si spende per gli altri ed è modesta, vero?». Eva ride e si schermisce: «Tutti hanno un talento, io ho scoperto di saper fare delle cose che magari altri non sanno fare». Tornando al matrimonio ci tiene a sottolineare: «Sono credente e la fede mi ha sempre resa sicura della storia con mio marito, anche nei momenti di crisi. Dio ci ha aiutati, non perché siamo bravi, ma perché lui è buono». Fede che l’ha spinta ad abbracciare un progetto della sua parrocchia che aiuta le famiglie povere del Burundi a sostenersi economicamente. Durante il lockdown ha realizzato braccialetti e collane che ha poi venduto nella chiesa della sua città. Con il ricavato sono state acquistate 222 capre, una per famiglia e forse il senso dello spendersi per gli altri sta proprio qui, come dice la stessa Eva: «Per me è giusto dare anche se non ricevo».