Famiglia

Nuove coppie. «Nati per amare. Così aiutiamo i single a ritrovare l'autostima»

Chiara Bertoglio lunedì 8 aprile 2024

Nel percorso di esplorazione delle realtà ecclesiali che rivolgono uno sguardo speciale al mondo delle persone single – percorso che sulle nostre pagine familiari, sia cartacee sia on line abbiamo avviato ormai da qualche anno - abbiamo incontra oggi i responsabili del percorso per single “Nati per amare”, un progetto del Servizio di pastorale familiare della Diocesi di Adria-Rovigo. Il gruppo di persone che si occupa del progetto è composto da sei laici (Anna Paola, “Silvia 1” e “Silvia 2”, come si presentano spiritosamente, Alessia, Diego e Massimo) e un sacerdote, don Christian, di età comprese all’incirca fra i 50 e i 60 anni. Un gruppo che comprende diverse situazioni e vocazioni: una coppia di sposi, un sacerdote, due persone single (uomo e donna di età diverse), una persona separata, proprio allo scopo di essere rappresentativi della comunità cristiana che vive della varietà dei carismi.

“Nel nostro gruppo convivono anime diverse, storie diverse con relazioni altrettanto diverse alle spalle e una vita ancora davanti. Ci sono fra noi insegnanti, impiegati, Ingegneri, commerciali. E tutti abbiamo incontrato un Dio amico che finora ha seguito tutti i nostri passi malgrado le nostre pause, deviazioni, promesse e propositi, vittorie, sconfitte, traguardi e fallimenti. Siamo stati single; fra noi c’è chi ha costituito famiglie e chi non l’ha fatto; abbiamo intessuto relazioni, consacrato la nostra esistenza, cercato di donare i talenti ricevuti, diversissimi tra di loro. I single che abbiamo incontrato, rispondendo a una chiamata, sono esattamente come noi. Per questo ce ne «occupiamo». Loro, come noi, sono alla ricerca del modo di riscoprire quell'Amore di Dio che le vicende della vita hanno reso più difficile da ritrovare ma che è capace di ridare sapore e utilità a ogni singola, preziosa vita”.

Il progetto “Nati per amare” esiste da più di un anno. Lo stimolo per costituirlo è nato dall’aver incontrato tante persone che hanno superato la mezza età e sono ancora sole, perché non hanno mai trovato l’anima gemella oppure hanno vissuto una o più storie d’amore finite amaramente, e si ritrovano pieni di sfiducia verso il futuro. “Questo fenomeno”, spiegano gli organizzatori, “è molto presente nella nostra provincia di Rovigo e anche nei dintorni, soprattutto nella fascia d’età dai 35 ai 50 anni. Per molti di loro ritrovarsi in questa condizione nell’età adulta fa sentire incompiuti, non realizzati, e con la tristissima prospettiva di rimanere ormai da soli per tutta la vita. È un frangente che fa sorgere tanti interrogativi sulla propria vita e precise domande di senso. Abbiamo pensato perciò con questo percorso di intercettarle, senza fornire già delle risposte preconfezionate, ma con il proposito di accoglierle e camminare insieme”.

Il percorso è rivolto alle persone single di età orientativamente compresa fra i 35 e i 55 anni che non abbiamo mai contratto matrimonio religioso o il cui matrimonio sia stato riconosciuto nullo. “Con loro”, ci spiegano i responsabili, “ci si riunisce un lunedì sera al mese, ospiti dei Frati Cappuccini di Lendinara in Via San Francesco 17, nella spiritualità di un luogo francescano accogliente come la sala e i chiostri del convento, che permettono un ascolto attento alla Parola di Dio, condividendo le vite di ognuno nelle riflessioni e nel dialogo. L’inizio è alle ore 20 con un «apericena» in compagnia che aiuta a «sciogliere il ghiaccio» e a creare un clima di amicizia e di dialogo. Verso le 21 lo staff presenta il tema della serata per stimolare la discussione successiva che avviene a piccoli gruppi, di volta in volta diversi per composizione. Finora sono state toccate molte dimensioni che riguardano la vita da single e l’inquadramento dentro ad una spiritualità specifica: il desiderio e l’inquietudine, la preghiera, la relazione con sé stessi, stima e disistima, la sete di incontrare, l’aprirsi e il sottrarsi, il vivere la solitudine...”.

Talmente positivo è il clima che si crea che, per molti dei partecipanti, aspettare un mese per rivedersi è troppo: “Tra un incontro e l’altro offriamo così un’ulteriore occasione di relazione attorno ad una tavolata per una cena condivisa”. (Per gli interessati: singlenatiperamare@gmail.com, tel. 346 3576266). “Abbiamo visto”, sottolineano gli organizzatori, “che tutto alla fine porta a scoprire di essere amati e di poter amare, uomini e donne rinnovati, liberi di esprimere vita nuova”.

Non esiste un “partecipante-tipo”: ci sono infatti anche persone che hanno alle spalle relazioni o addirittura famiglie con figli. “Generalmente”, mi spiegano i responsabili, “sono persone cui la precarietà e le delusioni relazionali non hanno precluso una realizzazione professionale e lavorativa. Le problematiche che devono affrontare sono l’assenza o insuccesso di relazioni o amicizie stabili, la perdita di direzione e senso della propria vita, un’eccessiva concentrazione sul lavoro e carriera.

La sfida consiste nel provare a rimettersi in cammino per riscoprire di essere amati, «nati per amare» malgrado tutto. Nelle varie tappe del percorso, sia nei momenti di riflessione e lettura in comune della Parola che nei momenti conviviali, osserviamo che generalmente i partecipanti dimostrano risorse interiori profonde e voglia di condividere emozioni. Con il passare del tempo iniziano e si consolidano relazioni interpersonali a gruppi più o meno estesi. Quindi, tante vite apparentemente spezzate, interrotte, congelate, sono invece pronte a sbocciare nuovamente”.

Anche in termini di esperienza di fede non vi è omogeneità fra i partecipanti: “Alcuni si professano credenti e praticanti, mentre altri sono ancora in una fase interlocutoria di ricerca del senso del loro percorso di vita. Aspirano soprattutto a ritrovare autostima e fiducia negli altri (a volte perdute o fortemente attenuate in seguito a forti delusioni), incontrare persone con cui condividere problemi comuni e su di essi confrontarsi, e avere l’opportunità di instaurare nuove amicizie e relazioni sincere, che spesso potrebbero colmare il vuoto lasciato da legami familiari che vanno inevitabilmente svanendo per motivi anagrafici o vicende della vita”.

Questo percorso, come altri di cui abbiamo trattato, fa parte di un più ampio movimento ecclesiale che inizia ad accorgersi della realtà dei single: “La Chiesa sta pian piano dedicando attenzioni, tempo, risorse e amore da lungo tempo richieste e cercate dalle persone single, accompagnandole in percorsi di riscoperta dell'Amore di Dio. È Lui che può rigenerare vite aride riaprendole ad esperienze e relazioni nuove e alla consapevolezza di poter amare ed essere importanti per gli altri tanto quanto lo sono, con diverse peculiarità ed espressioni, le persone impegnate in esperienze familiari e di vita consacrata. Il percorso Nati per amare cerca di offrire e stimolare convivialità, socialità, capacità di divertirsi assieme, rinnovamento e rivalutazione dei propri talenti al di là del successo professionale e oltre gli insuccessi della vita di relazione”.

Si tratta quindi di vedere il “bello” che le persone single sono e possono portare: “Riteniamo”, dicono infatti i membri del team, “che oggi la presenza dei single all'interno della società e nella Chiesa sia una preziosa risorsa. Infatti, in un passato non troppo lontano, la figura del single era generalmente stigmatizzata. Chi non aveva famiglia e non era un consacrato veniva considerato una persona non realizzata, immersa nella solitudine e incapace di concretizzare progetti utili alla società. Oggi i tempi sono molto cambiati. Il numero crescente di matrimoni in crisi ha, di fatto, aumentato notevolmente la quantità di persone che si ritrovano a dover organizzare la propria vita da sole. La Chiesa ha subìto anch'essa un'evoluzione che l'ha portata ad una maggiore apertura verso ogni singola persona, ponendo maggiore attenzione all'apporto di esperienza vissuta che questa avrebbe potuto dare e mettere a servizio della comunità intera. A nostro avviso”, aggiungono, “i single interpretano indirettamente un modello in grado di sdoganare ogni tipo di discriminazione ed emarginazione legate al proprio stato civile. Essi dimostrano che nonostante tutte le sfaccettature che possono portare a vivere da single (non sposarsi, separarsi o rimanere vedovi), so può avere uno stile di vita, sociale e lavorativo ricco di gioia e di relazioni fruttuose”.

Ed è bello osservare il rifiorire di persone magari scoraggiate o inaridite dal loro vissuto: “Ci sono tante meravigliose storie di vite parcheggiate a lato della carreggiata e che, lentamente – prima, seconda. un po' di folle, terza... – ripartono in colonna e non più in solitaria in mezzo alla nebbia”, come raccontano con una curiosa metafora automobilistica. “Tappa dopo tappa rinasce e cresce lentamente, con i ritmi della vita, un desiderio di donarsi e di ricevere che fino a poco tempo prima era stato lasciato in un cassetto o anestetizzato dal successo professionale, o avvelenato da fallimenti di vita e relazione”.

Naturalmente, mi spiegano, “Nati per amare non intende forzare alla relazione o catalizzare matrimoni. Chi partecipa al percorso ha semplicemente ritrovato la voglia di uscire dalla prigione domestica autoinflitta, di scambiare quattro parole gustandosi un trancio di pizza, di passeggiare per la città in un pomeriggio di fine estate. Oppure di scoprire che persone diversamente abili sono capaci di sorridere e gioire semplicemente del fatto di lavorare in un ristorante con il sorriso e la commozione di un bambino malgrado problemi e difficoltà: vedendo come queste persone si rapportano alle loro fatiche, la condizione dei nostri compagni di percorso passa in secondo piano ai loro stessi occhi… Le storie di chi cammina sul percorso Nati per amare continuano sicuramente con felicità e semplicità; e anche se i fiori d'arancio non sono da escludere, basterebbe anche trovarsi semplicemente «contenti», mano nella mano... insieme, e non più da soli!”.