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Top manager. L'Ad di Illy Caffè Cristina Scocchia «Siamo tutti sulla stessa barca»

Giuseppe Matarazzo mercoledì 28 settembre 2022

Cristina Scocchia, ad di Illy Caffè

«Abbiamo avuto un aumento del costo della produzione di circa il 15%, il prezzo delle materie prime è raddoppiato. All’orizzonte vediamo scenari difficili, ma credo che, come mi ha insegnato la saggezza dei miei nonni, tanto più è dura la salita tanto più devi accelerare per scollinare. Bisogna rivedere le proprie strategie e mantenere tre stelle polari: una, la visione, sapere dove si vuole andare; due, investire in innovazione, trasformazione digitale e sostenibilità; tre, la più importante: si deve avere un compasso morale forte. Quando il mare è piatto, siamo capaci tutti di navigare. Ma quando il mare è agitato, un capitano deve fare la differenza». Viene in mente Seneca («Nessun vento è favorevole per un marinaio che non sa dove andare»), ascoltando Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illy Caffè dal primo gennaio di quest’anno. Ma lei sa dove vuole andare e su quali porti condurre la barca. Manager illuminata, capace di imbarcarsi in sfide ambiziose, passata da Procter & Gamble a L’Oréal, da Kiko allo storico e iconico gruppo triestino del caffè. Caffè e mare. Illy e la Barcolana. Un connubio fondato sui valori che muovono l’una e l’altra: dalla gioia di veleggiare alla 'vibrancy' di una città come Trieste, dal rispetto per gli altri all’inclusività, dalla curiosità alla felicità. D’altra parte il 'motto' di Illy Caffè è «Live Happilly», vivi felicemente.

Scocchia presenta con orgoglio il manifesto realizzato dal designer e architetto Matteo Thun per la 54esima edizione della Barcolana, in programma a Trieste dall’1 al 9 ottobre, una grande festa del mare con oltre duemila barche partecipanti. È «un’impronta digitale» di «correnti e parole» che sintetizzano lo spirito della manifestazione ideata nel 1969 dalla Società Veli-ca di Barcola e Grignano. Sono gli stessi ideali che muovono la storia imprenditoriale di Illy e che rappresentano dei fari in momenti difficili come quello che viviamo. C’è «un flusso in cui scorrono linee parallele, che a volte si interrompono, formando un disegno che ricorda le correnti marine, capace di trasmettere emozioni positive e di celebrare l’importanza delle connessioni – spiega Scocchia –. Sono le correnti valoriali che possono aiutarci a uscire dal periodo che abbiamo vissuto e dai nuovi timori che minacciosi si addensano all’orizzonte. Sono quel compasso morale che fa la differenza». Cristina Scocchia è pronta a misurarsi con il mare del mercato globale: dopo la pandemia e di fronte alle nuove sfide, prova a costruire le rotte del futuro, con un nuovo piano industriale che porterà alla quotazione entro il 2026. «Vogliamo lanciare un nuovo ciclo di crescita – riprende l’Ad –. Vogliamo un’azienda sempre più globale e visibile, raddoppiando la nostra presenza negli Stati Uniti. Vogliamo che diventino importanti come l’Italia, il 'secondo mercato domestico', come ci piace definirli. Puntiamo a raddoppiare la presenza nell’e-commerce: siamo al 15%, vogliamo che aumenti di peso e importanza».

Illy è presente in 140 Paesi nel mondo, ma la produzione è tutta a Trieste. «Il cuore pulsante è qui. È e rimarrà Trieste, fieri delle nostre origini». Fra la terra e il mare, il profumo del caffè e l’odore di salsedine. Oggi di salato c’è anche il conto energetico e delle materie prime. «A novembre 2020, una libbra di caffè costava 110 euro. Quando sono arrivata, lo scorso febbraio, era a 260, il picco storico da decenni. Ora è a 220. Stiamo cercando di non riversare il peso dei costi nella filiera. Abbiamo fatto solo un piccolissimo ritocco dei listini a gennaio, il 2,6%. Non pensiamo di intervenire ancora, anche se sappiamo che la concorrenza lo ha fatto. Il nostro desiderio è di essere anche una azienda sociale, che crea valore per tutta la filiera. Certo, se continua così sarà difficile non farlo… ». Anche perché oltre al costo di energia e materie prime, è schizzato quello della logistica. «I container li pagavamo prima 2700 dollari, ora 10mila. E non è detto che si trovino». Una prova di resistenza, di coraggio, di solidarietà. Nonostante tutto. Perché «siamo tutti sulla stessa barca», si inserisce il professore Mitja Gialuz, presidente di Barcolana, riprendendo il motto che usò Marina Abramovic nel suo discusso manifesto del 2018. Lo stesso concetto che il Papa ha impresso nell’Enciclica 'Fratelli tutti' e richiamato nella preghiera in piazza San Pietro, vuota, nel pieno della pandemia. Come ripartire adesso? Dalle parole del manifesto di Thun: rispetto, felicità, empatia, cortesia, inclusività.

«E dalla sostenibilità, la cifra del marchio Illy Caffè – riprende Scocchia –. Noi non stiamo sponsorizzando la Barcolana, stiamo aderendo a un mondo valoriale che sentiamo nostro. Non c’è nessuna delle parole del manifesto che non sia di Illy. È il buono e il bello dei trent’anni di Illy Art Collection. E dei novant’anni dell’azienda, che celebreremo nel 2023». Dopo la pandemia con la sofferenza del canale Horeca (i bar e i ristoranti) siamo tornati a vivere la socialità. «Alla fine del 2021 solo il 15% del caffè veniva consumato al bar. Un altro 15% negli uffici. Il rimanente lo si beveva a casa o da amici. Era la fine della pandemia ma ancora molti restavano a casa. Nel 2022 il sistema Horeca è cresciuto, ma prima che si ritorni al pre-pandemia ci vorrà tempo». Tuttavia Illy crede nella ripresa e rilancia il suo flagship store di via Monte Napoleone, con il progetto di restyling firmato dallo studio Acpv Architects Antonio Citterio e Patricia Viel. Un punto dove incontrarsi nel cuore di Milano. E ritrovare il sapore dell’iconica e artistica tazzina bianca di Illy. Con i valori che fanno navigare lontano. Dal mare di Trieste a tutti i mari del mondo. Tutti sulla stessa barca.