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Ambiente. In Val D'Arno il primo bosco realizzato con il crowdfunding

Romina Gobbo mercoledì 15 giugno 2022

«Attraverso l’impegno collettivo, un luogo prima degradato è diventato in breve tempo un nuovo bosco che, negli anni, ci aspettiamo possa diventare una vera e propria oasi di verde, in un’area che di naturale, prima, non aveva nulla. Ci auguriamo che il nostro progetto possa diventare un modello virtuoso da esportare e replicare in Italia e ovunque nel mondo. Perché davvero moltiplicando i benefici prodotti dagli alberi, si potrebbe raggiungere l’obiettivo di risolvere la crisi climatica». Un bell’auspicio quello con il quale il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, direttore scientifico Pnat srl (spin-off dell’Università di Firenze, che si occupa di ricerca e sviluppo nel campo delle altre scienze naturali, ndr), ha salutato, il 29 aprile scorso, a Montopoli in Val D’Arno (Pi), l’inaugurazione del primo bosco bio-sostenibile partecipato d’Italia. Cinquemila cittadini hanno voluto donare per contribuire alla campagna di crowdfunding 'Abbraccia un albero', promossa da Unicoop Firenze. Inoltre, con numerosi eventi organizzati dalle sezioni soci sul territorio, che da settembre a novembre 2021 hanno coinvolto oltre 10.000 persone, sono stati raccolti complessivamente 225mila euro. Il contributo finale, per raggiungere i 2,2 milioni di euro necessari, è arrivato da Unicoop Firenze. Così, là dove prima c’era un allevamento industriale intensivo, oggi c’è un polmone verde. L’area, al confine con la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, è stata oggetto di un’imponente opera di bonifica. In collaborazione con Pnat e con la consulenza di Legambiente, sono state demolite e rimosse le strutture presenti, per oltre 17.000 tonnellate di materiali residui: 5.200 tonnellate di detriti da costruzione presenti nelle vasche; 8.215 tonnellate di cemento e/o calcestruzzo; 3.700 tonnellate di asfalto derivante dalla demolizione della pavimentazione; 15 tonnellate di altri rifiuti eterogenei, fra cui anche frammenti in cemento-amianto. I detriti sono stati smaltiti correttamente; indirizzati verso percorsi di riciclo o riutilizzati in sito, quando possibile. Su una superficie di sei ettari, sono stati messi a dimora 3.000 al- beri. Secondo un primo riscontro effettuato da Coop.fi di Ponte a Greve (che si occupa del monitoraggio in tempo reale), il nuovo bosco apporta importanti benefici per la qualità dell’aria, che aumenteranno esponenzialmente con il passare degli anni.

Se 'il lavoro di polmone verde' è già iniziato, il progetto prefigura che a dieci anni il bosco potrà assorbire 170 tonnellate di CO2 e una mole consistente di altri inquinanti; a 20 anni, il risparmio di CO2 sarà di 600 tonnellate; a 30, di 1.400 tonnellate. Anche la biodiversità ne ha ampiamente guadagnato. Nell’ambito della campagna Coop 'Ogni Ape Conta', sono stati installati anche nidi-casette, ad una distanza di circa 100 metri l’uno dall’altro, per permettere l’alloggiamento di osmie, ovvero api selvatiche autoctone, che non producono miele e non sono aggressive, ma svolgono un’opera fondamentale di impollinazione, con un’efficacia di oltre il 90% di fecondazione dei fiori visitati. «Abbiamo dedicato mesi per trasformare un’area ex industriale in un luogo capace di ripulire l’aria, per diffondere, così, la consapevolezza che le piante sono le più forti alleate per una terra più sana. Invitiamo a vivere e scoprire questo luogo, che è di tutti. Per questo, come Unicoop Firenze abbiamo già avviato un confronto con le Istituzioni per poter donare il bosco al Comune di Montopoli», ha detto Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, intervenuta, il 29 aprile, al taglio del nastro, assieme al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a Stefano Mancuso, a Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana. Nel frattempo, il biobosco è entrato nel catalogo delle proposte educative di Unicoop per le scuole toscane. Con la guida di Pnat, lo visiteranno 100 classi per un totale di 2.500 studenti delle scuole secondarie di primo grado. Infine, il progetto prevede la realizzazione di un centro conferenze di 200 metri quadri in vetro e legno con impianto fotovoltaico e geotermico. L’apertura del biobosco ai cittadini è prevista per il prossimo ottobre.