EconomiaCivile

Sviluppo e cooperazione. Guinea Bissau, la scuola che si fa futuro

Cristina Uguccioni mercoledì 23 novembre 2022

Suor Alessandra Bonfanti e una piccola allieva

Quando ci sono persone che fanno propria l’esortazione di Gesù a Pietro, «prendi il largo», e con semplicità e prontezza rispondono «sulla tua parola getteremo le reti», accadono meraviglie impensabili. Come avviene in Guinea-Bissau, piccolo Stato africano di 1.800.000 abitanti, il 15 per cento dei quali è di fede cristiana, il 46 di fede islamica, mentre il rimanente è seguace della religione tradizionale. Qui, dove il tasso di analfabetismo è ancora elevato, un gruppo di scuole e una emittente radiofonica, Radio Sol Mansi, stanno largamente contribuendo alla crescita, allo sviluppo e alla coesione sociale del Paese. Il progetto scolastico prende il via all’inizio degli Novanta, quando dodici missionarie dell’Immacolata, frequentando i villaggi intorno alle cittadine di Mansôa e Bissorã, cominciano a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di mandare i bambini a scuola.

Gli abitanti dei villaggi pian piano si rendono conto dell’importanza di offrire una buona istruzione ai propri figli e iniziano a chiedere la creazione di nuove scuole. Ed è ciò che avviene: nel corso degli anni vengono fondate tredici “scuole in autogestione”. Sono gli abitanti dei villaggi a edificarle dopo aver trovato una parte del materiale necessario e aver garantito che anche alle bambine sarà assicurata la possibilità di studiare. Le suore missionarie dell’Immacolata mettono a disposizione il materiale mancante (cemento e fogli di zinco per la copertura del tetto), provvedono alla selezione e alla formazione degli insegnanti e gestiscono le scuole dopo aver stabilito, insieme alla diocesi di Bissau, un accordo con lo Stato, che paga lo stipendio degli ottanta insegnanti, i quali ricevono dai genitori degli alunni e dalle suore un sussidio, a integrazione del modesto stipendio statale. Oggi queste scuole, ciascuna delle quali comprende il ciclo delle elementari e delle medie, sono frequentate ogni anno da oltre 5.000 alunni, la metà dei quali sono bambine. Alcuni mesi fa, a Mansôa, le suore hanno fondato anche un liceo che dal prossimo anno accoglierà 160 studenti. «Le mie consorelle ed io siamo felici che l’opera di sensibilizzazione svolta nei villaggi abbia funzionato: sono ormai moltissimi i genitori che decidono di mandare i figli e le figlie a scuola», racconta suor Alessandra Bonfanti, missionaria dell’Immacolata, 67 anni, impegnata nell’attività formativa, nella commissione diocesana per la catechesi e alla Radio Sol Mansi. «Quando, trent’anni fa, arrivai in Guinea-Bissau, erano pochissime le bambine cui era consentito studiare: si riteneva che per loro l’istruzione non fosse necessaria e venivano preparate a diventare solo mogli e madri. Oggi la situazione è sensibilmente cambiata e le donne, in numero sempre crescente, studiano e partecipano alla vita pubblica: tuttavia molto lavoro resta da compiere per garantire alle donne il rispetto della loro dignità». In Guinea-Bissau esiste la pratica dei matrimoni forzati, le gravidanze precoci sono diffuse e si effettuano ancora (sebbene meno frequentemente rispetto al passato) le mutilazioni genitali femminili nonostante siano vietate dalla legge. Nelle tredici scuole le suore curano la formazione degli insegnanti proponendo corsi su varie tematiche (anche pedagogiche) e offrono lezioni agli allievi riguardanti, ad esempio, il valore e la dignità della persona, la pace e la giustizia, l’etica in economia, il rispetto della natura, i diritti umani.

«Abbiamo deciso di proporre queste lezioni perché il nostro obiettivo è formare ragazzi e ragazze che abbiano non solo una solida istruzione ma anche un bagaglio di valori che consenta loro di costruire una vita buona e di contribuire a edificare comunità fraterne», sottolinea suor Alessandra, che aggiunge: «Siamo contente e soddisfatte perché altre scuole, in diversi villaggi, stanno cercando di seguire il nostro modello di autogestione, basato sull’alleanza operosa di varie realtà. È un segnale incoraggiante che mostra quanto l’istruzione di qualità stia diventando un’esigenza sentita da un sempre maggior numero di persone, in un Paese nel quale lo Stato fatica a pagare gli insegnanti e a gestire da solo il settore scuola». Suor Alessandra dirige anche uno dei due studi di registrazione di Radio Sol Mansi ( Radio Voce di Pace), l’emittente fondata nel 2001, subito dopo la fine della guerra civile, da padre Davide Sciocco, missionario del Pime, con l’intento di accompagnare e sostenere il processo di pace e di riconciliazione. Nel volgere di pochi anni la radio è divenuta la più importante e seguita del Paese: raggiunge tutti i villaggi, anche quelli più piccoli e isolati, e da qualche tempo può essere seguita anche online. Vi lavorano fianco a fianco, in un clima di concordia e operosa collaborazione, persone cristiane e musulmane. Ogni giorno si comincia con la lettura del Vangelo accompagnata da una breve riflessione; seguono notiziari, rubriche sulla religione (anche islamica), dibattiti, programmi culturali, di intrattenimento ed educativi. «Teniamo molto a prenderci cura delle persone e cerchiamo di proporre loro informazioni e riflessioni che possano aiutarle a prendere coscienza della loro dignità, a migliorare le loro condizioni di vita, a superare problemi e difficoltà», osserva suor Alessandra. « Per questo – continua – abbiamo ideato programmi, molto apprezzati, nei quali si affrontano temi quali la giustizia, l’affettività, il matrimonio e la famiglia, la salute e la prevenzione, la promozione della donna. Il futuro del Paese si costruisce anche così».