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MICROCREDITO. Così la banca della favelas finanzia i progetti del Brasile povero

Lucia Capuzzi lunedì 1 marzo 2021

L'obiettivo è ambizioso. «Non più di quello di contenere l’epidemia nella città con il record di vittime e contagiati del Brasile», spiega Gilson Rodrigues. In effetti, delle 20mila morti di San Paolo, meno di cento sono avvenute a Paraisópolis, sterminata favela di oltre centomila abitanti nella zona sud della metropoli. Nella vicina Jardim São Luis sono state quasi il triplo solo nei primi quattro mesi di pandemia. La chiave della resistenza al Covid di Paraisópolis è l’auto-organizzazione dei residenti i quali, riuniti nella União dos moradores e do comércio (Unione degli abitanti e dei commercianti), hanno confezionato mascherine, fatto prevenzione e assistenza porta a porta, reclutato medici e addirittura affittato tre ambulanze, dato che gli altri veicoli si rifiutavano di avventurarsi nella zona. Con la stessa determinazione ora si sono prefissi un nuovo traguardo. «Vogliamo creare il primo "unicorno" in una favela», aggiunge Rodrigues, presidente della Unione e, come tale, una sorta di sindaco di fatto di Paraisópolis. Più che da politico, però, stavolta il primo cittadino in pectore parla da uomo d’affari. Nel gergo della Borsa, il termine "unicorno" indica una società, nata da una startup, con un valore di mercato da un miliardo di dollari. Una cifra teoricamente inimmaginabile per chi nasce e cresce nelle terre dell’esclusione: le baraccopoli latinoamericane. Nel Continente più diseguale del pianeta, il quartiere d’origine spesso diventa una sentenza di condanna. Ben prima della pandemia, a San Paolo, gli abitanti dell’enclave più povera avevano una speranza di vita inferiore di 14 anni rispetto ai residenti della zona ultra-esclusiva. Rodrigues, però, è convinto che non si tratti di una situazione immutabile. «Può essere cambiata, a condizione che i favelados diventino protagonisti del proprio sviluppo. Ora abbiamo lo strumento per farlo: G10 Bank».
Così si chiama la banca - tutta digitale - appena lanciata dalle dieci maggiori favelas brasiliane, Paraisópolis in testa, con il fine di offrire microcrediti a quanti, fra i residenti, vogliono trasformarsi in piccoli imprenditori o ampliare il proprio giro d’affari. La "banca delle periferie", intese in senso socio-economico, è l’ultima iniziativa del G-10 favelas, una centrale di coordinamento di progetti comuni formata da una trentina delle principali baraccopoli del Gigante del Sud.

L'articolo completo di Lucia Capuzzi su L'economia civile del 3 marzo 2021

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