Economia

Le proteste. Whirlpool e ex Ilva: in piazza per il lavoro che non c'è

Redazione Economia martedì 20 luglio 2021

A Napoli i dipendenti della Whirlpool hanno bloccato i binari dell'alta velocità

È stata un’altra giornata di proteste per il lavoro che non c’è più quella di oggi. Dopo la piazza di Firenze che ieri si è mobilitata per i 422 dipendenti della Gkn licenziati con una mail oggi sono tornati a far sentire la propria voce i lavoratori della Whirpool e quelli dell’ex Ilva. A Napoli i dipendenti della multinazionale che ha deciso di chiudere lo stabilimento che produceva lavatrici hanno bloccato i binari dell’alta velocità per protesta. «Se il Governo vuole rendersi complice di questa assurda decisione dell'azienda stando in silenzio, noi non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Non si può permettere la chiusura dei cancelli di un'azienda che non solo non rispetta gli accordi, ma in più scoppia di salute» ha detto Italia Orofino, una delle operaie della sede napoletana. L'amministratore delegato di Whirlpool Emea, Luigi La Morgia in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato che lo stabilimento è fermo da ottobre e che è impossibile riprendere la produzione perché «le lavatrici di alta gamma che erano prodotte a Napoli non hanno più mercato». È ripresa intanto anche la mobilitazione dei lavoratori dell’ex Ilva. A Taranto e a Genova sciopero di un’ora indetto dai sindacati confederali, che sollecitano risposte sul piano industriale e occupazionale e contestano l’uso spregiudicato della cassa integrazione Covid. A Taranto si è svolto contestualmente un sit-in di decine di lavoratori diretti e dell'appalto e dirigenti sindacali davanti alla Prefettura. «Parte la mobilitazione – ha sottolineato durante il presidio Pietro Cantoro della Fim Cisl - ormai il tempo è scaduto. Questo stabilimento non si regge più in piedi. Non ci sono investimenti, non ci sono prospettive, il piano industriale latita. Ovviamente per responsabilità anche di chi ci rappresenta oltre che della multinazionale. Si sono insediati spendendo 400 milioni che non si sa come sono stati impiegati». Nel mirino il ricorso alla cassa-integrazione al 52% che sta mettendo a dura prova i lavoratori. Atmosfera tesa a Cornigliano dove stamattina c’è stato un principio di incendio (il secondo in due giorni) nel reparto zincature. Le fiamme sono state subito spente dal personale, non si registrano feriti né intossicati. Per i sindacati la situazione sulla sicurezza è diventata esplosiva.