Economia

CRISI. Borse, gli aiuti all'Irlanda non allentano la paura

lunedì 29 novembre 2010
Il piano di salvataggio dell'Irlanda non piace molto a Wall Street che sembra non ritenerlo in grado di contenere la crisi del debito europea. Con gli investitori che già guardano alle prossime vittime del domino del debito, ignorando le indicazioni positive giunte dal week end di shopping del Black Friday.    Gli investitori continuano a mostrarsi preoccupati per la situazione europea anche dopo il piano di salvataggio da 85 miliardi di euro per l'Irlanda e la prima definizione di un meccanismo di salvataggio permanente che comprende i privati.«È di certo un salvataggio, ma uno di quelli che impone costi nel lungo termine. Al piano il governo irlandese partecipa in una quota limitata: questo tipo di salvataggio - commentano gli analisti - non è ben visto dal mercato». Timori su Portogallo e Spagna restano, e questo ha affondato l'euro, sceso a 1,30 dollari. «La vera preoccupazione sono Portogallo e Spagna - riporta il Wall Street Journal - osserva David Hefty, amministratore delegato di Hefty Wealth Partners, mettendo in evidenza come il salvataggio dell'Irlanda sia inferiore a quello di Aig da parte del governo americano».Intanto la moneta unica ha toccato quota 1,3224 dollari ed è scesa sotto i 111 yen. Sono le prime reazioni dei mercati alla decisione dei Paesi dell'Unione europea di dare - ha detto Tremonti - una risposta "forte e unita alla crisi". Stavolta l'Europa, di solito lacerata da logiche nazionali, e' riuscita a dare una risposta forte e unita alla crisi: questa la sintesi del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine della riunione dei ministri finanziari dei 27 svoltasi a Bruxelles. Riunione in cui e' stato dato il via libera al piano di 85 miliardi di euro per salvare l'Irlanda e al possibile ingresso delle banche nel futuro meccanismo anticrisi permanente, da valutare ''caso per caso''. Anche per la collega francese, Christine Lagarde, ''L'Europa ha dimostrato di essere capace di solidarieta' e di saper prendere le giuste decisioni nell'emergenza''. Dopo sette ore in cui si sono susseguiti i lavori di Eurogruppo ed Ecofin, insomma, la soddisfazione dei vertici della Ue e' generale. Se giustificata o meno lo diranno nelle prossime ore i mercati. Per il presidente dell'Eurozona Jean-Claude Juncker, quello della Bce, Jean-Claude Trichet, e per il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, l'obiettivo e' stato raggiunto: ed e' quello di aver dato una ''risposta di sistema'' in grado di calmare la speculazione che stava per affossare l'Irlanda, minacciando anche altri Paesi della zona euro come il Portogallo e la Spagna. Per Rehn il rischio contagio si allontana, anche perche' Lisbona e Madrid - ha ribadito - hanno gia' preso misure che vanno nella giusta direzione. ''Le decisioni prese oggi - ha spiegato il commissario Ue - sono solo una parte di questa risposta sistemica, cui seguiranno altre azioni, come i nuovi e piu' severi stress test sulle banche europee''. A determinare l'andamento della discussione al tavolo dei ministri e' stato ancora una volta l'asse Berlino-Parigi. La riunione e' stata infatti preceduta da una teleconferenza tra i vertici della Ue da una parte e la cencelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy dall'altra. Soddisfatto anche Trichet, per il quale ''e' stata fatta chiarezza'': ''L'elemento essenziale di questa decisione - ha detto il presidente della Bce - e' che anche in Europa si seguira' la pratica seguita a livello mondiale''. Una decisione importante e' stata presa anche per la Grecia, con l'Eurogruppo che si e' impegnato a rivedere le scadenze dei rimborsi dei prestiti Ue-Fmi, allineandole a quelle dell'Irlanda. Una boccata di ossigeno non da poco per Atene.