Economia

ECONOMIA. Via al piano anti crisi. Il premier: dialoghiamo

Nicola Pini sabato 29 novembre 2008
C'è tutto quanto annunciato nei giorni scorsi e qualche sorpresa dell'ultima ora nei 35 articoli del decreto anticrisi «approvato in 10 minuti» ieri dal Consiglio dei ministri. Tra le novità l'addio dalla decontribuzione fiscale degli straordinari, che lascia spazio a un intervento più massiccio sui soli premi di produttività. Una sorta di bonus per i precari che hanno perso il lavoro e un «tetto» per i mutui casa. Supera il miliardo di euro, segno dei timori per la tenuta dell'occupazione, il fondo triennale per gli ammortizzatori sociali. Il varo del provvedimento segna anche un approccio più dialogante del presidente del Consiglio. «Diamoci un mano " ha detto Silvio Berlusconi rivolto all'opposizione " guardando come stella polare all'interesse di tutti. Visto che le prossime elezioni sono tra quattro anni e mezzo, si cessi di essere sempre in campagna elettorale e ci si metta insieme, per dare una mano». Il premier è tornato anche ad appellarsi agli italiani perché non cambino lo stile di vita e di consumo. I cittadini «hanno la possibilità di mantenere le proprie abitudini» fermando il «circolo vizioso» della crisi. Famiglie, consumatori, lavoro e imprese sono al centro degli interventi ma il decreto comprende anche fondi per le Ferrovie e resuscita la «porno tax». Comprese anche le norme su banche, Opa e risparmio annunciate nelle scorse settimane. «Abbiamo fatto per primi nella Ue un lavoro molto importante, senza cambiare la Finanziaria e mantenendo l'obiettivo di portare il debito pubblico sotto il 100% del Pil entro il 2011», ha detto ancora Berlusconi. Le spese aggiuntive non porteranno a uno sforamento del parametri Ue sul deficit, ha assicurato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il governo quantifica il peso finanziario dell'intero piano anti-crisi in 80 miliardi, anche se buona parte dei fondi sono già iscritti a bilancio o di provenienza europea. Alle misure varate ieri, infatti, si aggiungeranno i 16,6 miliardi per le infrastrutture che il Cipe sbloccherà la prossima settimana più 40 miliardi di fondi europei in tre anni per ambiente, ricerca e sviluppo. Famiglie. Con 2,4 miliardi di euro l'una tantum per lavoratori dipendenti e pensionati a basso reddito è la fetta più grossa delle risorse stanziate ieri. Andrà da 200 fino a mille euro in base a reddito e componenti familiari (il massimo ai nuclei di oltre 5 persone che stanno sotto i 22mila euro). Il tetto sale a 35mila se c'è un portatore di handicap. In sostanza, ha commentato Tremonti «è una detassazione parziale delle tredicesime» ma, per ragioni tecniche, «non potendo farlo subito sulle tredicesime di dicembre» sarà versata in una delle prime busta paga del 2009. I beneficiari del bonus sono circa 8 milioni. In buona parte anziani soli (3,5 milioni), solo 52.000 le famiglie numerose interessate. Previsti anche prestiti a tasso agevolato alle famiglie dove arriva un bebè. Tariffe e mutui. Il decreto prevede una serie differenziata di blocchi e moratorie per tariffe, pedaggi e bollette allo scopo di sostenere il reddito reale delle famiglie. «Il decreto dice che non possono salire ma identifica strumenti per farli scendere " ha spiegato Tremonti ". Una parte della discesa è automatica perché il petrolio scende, una parte sarà "spintanea" (cioè raccomandata dal goveno, ndr), una parte addirittura volontaria, per le concessionarie autostradali». Sui mutui variabili già in essere si prevede per il 2009 un tetto massimo del 4% di interessi. Della parte eccedente si farà carico lo Stato. La bozza del decreto parla però di tasso del «4% senza spread» mentre l'euribor (l'indice di riferimento) è già sceso intorno al 3,5-3,8%. Se il tetto non sarà ritoccato la misura varrà più che altro come garanzia del governo su eventuali nuove impennate. Per i nuovi mutui si stabilisce invece l'ancoraggio al tasso ufficiale Bce. Lavoro e imprese. Il governo ha accolto la richiesta dei sindacati di non estendere al 2009 la detassazione degli straordinari (inutile in tempi di crisi) rafforzando invece gli sgravi sui premi di produttività: il tetto sale da 3 a 6mila euro annui ed è destinata ai lavoratori con reddito fino a 35mila (da 30mila). La misura è estesa anche ai lavoratori pubblici del comparto sicurezza. Per le aziende c'è una riduzione dell'acconto per Ires e Irap (3% in meno), la deduzione del 10% dell'Irap dall'Ires e il posticipo dei pagamenti dell'Iva. Ci sarà anche una revisione «congiunturale» degli studi di settore, strumento attraverso il quale imprese e autonomi pagano le tasse.