Economia

L'inizio della vendemmia. Verso una splendida annata

Andrea Zaghi mercoledì 7 settembre 2016
Buono, anzi ottimo e comunque il migliore. A voler essere un po’ campanilisti il vino italiano 2016 sarà così. Certo la vendemmia è di fatto appena iniziata, ma le previsioni degli esperti volgono al bello. E di questo non si può che essere contenti, visto che proprio il vino è una delle migliori espressioni del made in Italy. Quest’anno poi ci sono molti motivi per essere soddisfatti del vino nazionale. L’Italia produrrà più vino rispetto alla Francia e alla Spagna. Saremo i primi al mondo. Stando alle previsioni rese note in queste ore, si starà poco sotto i 49 milioni di ettolitri (secondo Assoenologi), magari attorno ai 48,5 (secondo Unione italiana vini e Ismea), in contrazione del 2% rispetto al 2015. In flessione, per ragioni climatiche, sette regioni: Lombardia, Trentino, Friuli, Toscana, Umbria, Campania e Sicilia. Ciò che più conta è la qualità accompagnata alle previsioni di mercato. «Il 2016 potrebbe essere incorniciato come un millesimo da ricordare», ha spiegato Assoenologi, anche se molto conta il clima nel quale si svolgeranno le operazioni di vendemmia. Ai mercati guarda Uiv che spiega come su quelli «internazionali, dopo l’ennesimo record in valore del 2015, esistano margini per guardare con ottimismo anche all’anno in corso visto che i dati dei primi cinque mesi indicano una crescita dell’export sia in volume sia in valore». Detto in numeri, le vendite all’estero sarebbero già salite del 5%. Per questo Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, commentando i dati resi noti ha spiegato: «L’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità. Un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. Ora dobbiamo diventare leader anche per valore». E con ragione l’esponente di Governo ha parlato di «una sfida» che rimane comunque alla portata del settore. A patto che si investa ancora di più nella qualità del prodotto ma anche nella difesa di questo prodotto. E fa bene Coldiretti a ricordare che il vino in Italia attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone.