Economia

L'impresa possibile. Valutare per valorizzare, nuova sfida per i manager

Massimo Folador sabato 15 ottobre 2016
Avere a che fare con Corrado Creston, amministratore delegato di Add Value, è sempre un’opportunità perché è una persona semplice e piacevole ma, nel contempo, è un imprenditore che 20 anni fa ha saputo creare con un gruppo di amici un’azienda "gioiello". Add Value è una società per azioni che opera nel mondo del software, partner di alcuni tra i gruppi finanziari italiani più importanti e che ha saputo raggiungere negli anni un’altissima qualità di lavoro. Corrado lo racconta con passione, perché è stato un cammino fortemente voluto che ha coinvolto nel tempo tutto il personale a partire dai vertici, scelta oggi non scontata in azienda.Ne riparliamo all’Eremo San Giorgio di Bardolino, durante la pausa di un incontro di formazione dedicato alla Regola di San Benedetto e all’ascolto, competenza cardine per i manager di oggi. «Il punto da cui siamo partiti – racconta Corrado – è stata la certezza che in un mercato competitivo come quello del software, dovevamo puntare all’eccellenza attraverso il miglioramento continuo del lavoro delle singole persone e dei team. Così dieci anni fa abbiamo deciso che avremmo investito su questo "capitale" e che questo sarebbe stato uno dei tratti distintivi dell’azienda».Conosco bene Add Value e ciò che questo lavoro ha prodotto: un risultato operativo in costante sviluppo, un clima di lavoro positivo, la crescita interna di molti collaboratori, la fidelizzazione dei clienti e, soprattutto, la certezza per chi vi lavora di un futuro che è possibile costruire assieme. «Ho fatto sport per diversi anni – prosegue Corrado – e mi ha sempre attratto la capacità di ogni singolo atleta e di una squadra di migliorare costantemente le proprie performance per raggiungere l’eccellenza. Ho toccato con mano quanto questo miglioramento passi attraverso la valutazione continua delle cose fatte e dei risultati raggiunti, unita alla voglia di mettersi in gioco quotidianamente con le persone che si fanno sfidare dallo stesso obiettivo. Questo modo di fare un tempo era appannaggio soprattutto del mondo dello sport ma oggi è una scelta obbligata anche in azienda. Anche a noi spetta valorizzare ogni singolo talento perché possa divenire parte integrante del bene comune e contribuire al suo raggiungimento».Quando Corrado inizia a raccontare è un fiume in piena così piacevole da ascoltare che lo lascio proseguire volentieri. «Nel fare questo lavoro ci siamo resi conto tra l’altro che la parola valorizzazione ha la stessa radice del termine valore e così i nostri valori cardine sono divenuti il punto di partenza di un sistema di valutazione che ci ha permesso di analizzare i comportamenti e le performance delle persone con obiettività ed equità.  Abbiamo reso il processo di valutazione un’azione strategica che ha coinvolto tutti i responsabili per far sì che il risultato finale fosse sempre il bene della singola persona proiettato al bene dell’azienda e alla sua sostenibilità. Grazie a ciò i nostri collaboratori hanno via via accettato il confronto e il miglioramento continuo non solo come sfida personale ma anche come contributo ad un risultato comune più grande». Non per niente, aggiungo io, abbiamo scelto di fare formazione in un monastero benedettino: in questi luoghi per 1500 anni la persona e la comunità hanno provato a divenire un tutt’uno, valorizzando la forza che deriva da questo equilibrio. Adesso però è ora dei vesperi, quelli che a Corrado sono sembrati dei moderni "kick off", un momento di riflessione e di silenzio da cui ripartire. Proprio come ogni giorno, in azienda.