Economia

Internet. Negli Usa accuse contro Google e Facebook: «Concorrenza sleale»

Cinzia Arena sabato 7 settembre 2019

(Ansa/Ap)

Google e Facebook saranno al centro di due indagini per violazione delle norme sulla concorrenza che verranno annunciate la prossima settimana. Ad anticipare la notizia, che segna un cambio di passo degli Usa nei confronti delle multinazionali di casa propria, è stato il Wall Street Journal. Lo stato di New York sarà alla guida di un gruppo di otto stati americani che indagheranno sul social network. Il procuratore generale dello stato di New York, Letitia James collaborerà con i colleghi di Colorado, Florida, Iowa, Nebraska, North Carolina, Ohio, Tennessee del Distretto di Columbia.

L’indagine si concentrerà sulla «dominanza industriale di Facebook» e le sue condotte potenzialmente anti-concorrenza. «Anche la più grande piattaforma di social media deve seguire la legge e rispettare i consumatori» ha sottolineato James dicendo di essere «orgogliosa di guidare la coalizione bipartisan di procuratori generali». In particolare si cercherà di stabilire se Facebook abbia «messo a rischio i dati degli utenti, ridotto la qualità delle scelte dei consumatori o aumentato il prezzo della pubblicità».

Il social network ha risposto assicurando piena collaborazione e respingendo al mittente le accuse di monopolio. «I nostri clienti possono scegliere fra vari servizi e hanno la possibilità di lasciare la piattaforma» ha detto il vicepresidente Will Castelberry. Immediate le ripercussioni a Wall Street con il titolo che ha perso il 2%.

Guai in vista anche per Google al centro di un’altra indagine che verrà annunciata lunedì a Washington e potrebbe coinvolgere Amazon e altre aziende. Trenta procuratori, guidati da quello del Texas, Ken Paxton, passeranno sotto esame l’impatto che Google ha sui mercati del digital advertising, oltre ai potenziali danni per i consumatori derivati dal fatto che le loro informazioni e scelte pubblicitarie si concentrano in un’unica compagnia. Proprio l’altro ieri Google ha raggiunto un accordo con la Federal trade commission americana per la violazione della privacy dei minori di 13 anni su YouTube. Il colosso dovrà pagare una sanzione da 170 milioni di dollari e smettere entro gennaio di mostrare pubblicità mirata a chi guarda video destinati ai bambini.

Oltre all’antitrust si sono mosse anche le autorità federali. Al momento non è chiaro se le diverse inchieste saranno coordinate tra loro. Dallo scandalo Cambridge Analytica nel marzo 2018, Google e Facebook sono state sotto i riflettori, soprattutto in Europa, per quanto riguarda l’uso dei dati personali. Facebook è stato condannato a fine luglio a una multa record di 5 miliardi di dollari per non aver protetto i dati personali dei suoi utenti.