Economia

Economia circolare. Una grande opportunità, ma ancora troppi ostacoli

Redazione Romana martedì 20 giugno 2017

Papa Francesco aveva visto giusto. Con la Laudato si', il Pontefice aveva lanciato un appello per la ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale. Fin dalle prime righe, l'enciclica indica che la crisi ecologica è una conseguenza drammatica dell'attività incontrollata dell'essere umano e che attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, l'uomo rischia di distruggerla e di autodistruggersi.

Invece un'economia circolare in Europa potrebbe generare risparmi di circa 2mila miliardi di euro entro il 2030; un aumento del 7% del Pil dell'Ue, con un aumento dell'11% del potere d’acquisto delle famiglie e 3 milioni di nuovi posti di lavoro supplementari. Ma per accelerare questa transizione «ci sono ancora degli ostacoli non tecnologici da rimuovere, legislativi, burocratici, autorizzativi». Lo sottolinea Stefano Ciafani, direttore nazionale di Legambiente, aprendo la prima giornata della IV edizione di Ecoforum organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club con la partecipazione di Conou (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati).

La prima giornata di Ecoforum ha raccontato storie concrete di sviluppo mancato: dai sacchetti compostabili al polverino di gomma proveniente dal trattamento di Pneumatici Fuori Uso (Pfu) negli asfalti, dal processo di trattamento dei pannolini e dei prodotti assorbenti per la persona agli aggregati di materiali provenienti dai rifiuti da costruzione e demolizione per finire ai rifiuti di fonderia al posto di materiali da cava.

Per monsignor
Augusto Paolo Lojudice, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, «l’impegno della Chiesa cattolica sui temi ambientali non è certamente nuovo. Come recita l’enciclica papale Laudato si', la matrice della crisi ecologica è umana. Vecchie generazioni sono chiamate a educare e sensibilizzare i giovani al rispetto dell’ambiente e del Creato. Sussiste un forte contatto tra riflessione ambientale e sociale. La sensibilità e l’educazione sono chiave per definizione di un futuro migliore. Bisogna evitare l'ottica individualista per superare i problemi della contemporaneità. L'edificazione di un avvenire più positivo per tutti passa dalla solidarietà».


Il Conou, in questo senso, rappresenta sicuramente una buona pratica. «I risultati ottenuti da Conou nascono da un passato che ha visto già comportamenti in linea con quelle che sono le nuove direttive – ha detto Paolo Tomasi, presidente del Conou -. Un circuito virtuoso che abbiamo avviato 35 anni fa. Quando siamo partirti raccoglievamo il 20% del totale, adesso siamo arrivati al 97% del rifiuto raccolto e lo trattiamo tutto, lo rigeneriamo per intero, e la nostra attività ha prodotto un risparmio di 3 miliardi di euro sulla bolletta energetica nazionale».

E anche il Cobat, consorzio per la raccolta e il riciclo, va in questo senso. «Le pratiche di recupero delle componenti dei pannelli fotovoltaici sono testimonianza dell’impegno per il futuro. Lo sviluppo tecnologico oggi pone sfide complesse che vanno affrontate tenendo fermo l’ottica prospettica verso il futuro», ha dichiarato il presidente, Giancarlo Morandi.