Economia

Studio . Un giovane su tre non vuole pesare su famiglia

mercoledì 19 febbraio 2014
Preoccupazione (37%), rassegnazione (16%) e morale basso (13%) sono gli stati d’animo più diffusi tra i giovani di oggi e ben un ragazzo su 3 (37%) è stanco di continuare a dipendere e pesare sulla propria famiglia. Tra i bisogni più sentiti, soprattutto da parte dei laureati, c’è la voglia di essere indipendenti (26%) e trovare una stabilità economica (22%). Ben il 38%, tuttavia, ritiene di non essere nelle condizioni di esprimere il proprio valore o di poter dare di più alla società (27%). Ben il 43% dei ragazzi, oggi, passano la settimana a lasciare e inviare curricula in attesa che si muova qualcosa e per far quadrare i conti tagliano le spese superflue (40%) o si attrezzano facendo qualche lavoretto saltuario. E tra i “lavori da ultima spiaggia”, i laureati sarebbe anche disposti a fare il commerciante (32%), l’assistente socio-sanitario (16%) e il promoter (16%).È quanto emerge da uno studio del Sanpellegrino Campus (https://www.sanpellegrino-corporate.it/campus.aspx) condotto attraverso un sondaggio online su un campione di 10.628 ragazzi, laureati e non, per capire quali sono le loro principali problematiche oggi e come immaginano il loro futuro professionale.Qual è lo stato d’animo attuale? Tra i giovani italiani scende la rabbia (9%) e adesso si scoprono preoccupati (37%), rassegnati (16%) e demoralizzati (13%). Solo il 2% di loro si dichiara speranzoso mentre appena lo 0.5% dei laureati si mostra ottimista. Cosa pensano del loro futuro professionale? Il 28% dei giovani oggi non sa se riuscirà a trovare un lavoro dignitoso, mentre il 24% non ha un’idea chiara di cosa farà da grande. Parlando dei laureati, il 27% di loro invece non riesce a vedere opportunità di lungo periodo mentre il 28% è molto pessimista sul proprio futuro lavorativo.Cosa dà più fastidio o amarezza della propria condizione? Ben il 37% dei giovani – tra cui oltre un laureato su 4 (26%) – non sopporta più di continuare a preoccupare sulla propria famiglia e non avere certezze sul futuro (22%). Ma a pesare sono anche il non fare niente (19%) e l’impossibilità di pianificare la propria esistenza (14%). Flessibilità (44%) e precarietà (21%), invece, sono le parole che i giovani non vorrebbero più sentire.Di chi sono le responsabilità maggiori? Per quasi 6 ragazzi su 10 (57%) la colpa è delle aziende che non danno opportunità, mentre per il 33% di loro – ben il 41% tra i laureati – le maggiori responsabilità sono delle Istituzioni che non sanno trovare alternative. Solo l’8%, infine, incolpa le vecchie generazioni di non volersi fare da parte per lasciare spazio alle nuove.Ma come affrontano la settimana? Oltre 4 ragazzi su 10 (43%) la trascorre a inviare e lasciare curricula, attività svolta anche dal 36% dei laureati. E in attesa di un lavoro cosa fanno per quadrare i conti? Il 40% dei giovani tagliano le spese superflue o fanno qualche lavoretto saltuario per sbarcare il lunario (39%). Oltre un laureato su 3, inoltre, cerca di risparmiare quando esce fuori in compagnia o si dà un budget settimanale da rispettare (19%).Che ruolo pensano di avere oggi nella società? Un ragazzo su 3 (31%) dichiara di dipendere ancora dalla sua famiglia mentre, tra i laureati, il 39% ritiene di non riuscire a esprime al massimo il proprio valore o di ricoprire un ruolo marginale rispetto a quello che pensa di poter svolgere nella società di oggi (27%). E tra i bisogni maggiormente sentiti dai giovani al primo posto c’è il sogno di diventare indipendenti (46%) – aspettativa di oltre un laureato su 4 (26%) – seguito dalla ricerca di una stabilità economica (16%). I laureati, inoltre, si mostrano più sensibili anche sulla voglia di mettersi in proprio (17%), diventare professionisti affermati (14%) e ripagare i sacrifici fatti dalla propria famiglia.Quale lavoro sarebbe disposto a fare in mancanza dell’occupazione attesa? Tra i laureati ben uno su 3 (32%) sarebbe disposto a fare il commerciante, il 16% l’assistente socio-sanitario e un altro 16% il promoter. Tra gli altri lavori da “ultima spiaggia” indicano anche l’artigiano (15%), il barman (13%), il cuoco (12%), l’operaio (12%), il meccanico (6%), l’idraulico (6%) e l’agricoltore (2%).