Economia

Umana. «Aziende chiedono più giovani, più donne, più contratti a tempo indeterminato»

Redazione Romana lunedì 9 marzo 2020

Aumentano gli avviamenti dei lavoratori sotto i 30 anni, aumenta il numero delle donne soprattutto over 50 (diminuiscono invece sensibilmente gli uomini over 50), continua la corsa del tempo indeterminato (quadruplicati gli avviamenti in un anno). È questo il quadro sul mercato del lavoro che emerge dal Report 2019 di Umana, Agenzia per il lavoro che conta 142 filiali e impiega mediamente ogni giorno 25mila persone in tutta Italia. L’Ufficio studi di Umana ha confrontato i dati del 2019 con quelli dell’anno precedente, rapportandoli ove opportuno anche con quelli generali del quinquennio 2015-19.

I giovani
La prima evidenza riguarda il trend positivo (+ 1,74%) degli avviamenti al lavoro dei dipendenti under 30. Si tratta del 47,05% di tutti gli avviamenti operati da Umana nel 2019 (è il 40,15% nella fascia di età 30-49, e il 12,80% negli “over 50”). È su questa fascia che Umana ha curato la sperimentazione e il consolidamento delle competenze, delle capacità di prestazione lavorativa, delle modalità di relazione nel mondo del lavoro, utili nel percorso graduale verso l’acquisizione dell’identità di “lavoratore adulto”. Tra gli under 30 avviati al lavoro nel 2019, oltre al dato del 18,34% di 25-29enni e del 24,38% di 20-24enni, spicca il 4,33% dei giovanissimi, con meno di 20 anni. Una percentuale, questa, che ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni grazie alla collaborazione con le diverse scuole di secondo grado del territorio nazionale, i progetti di Alternanza Scuola-Lavoro, e soprattutto attraverso l’impegno sul fronte degli Its, gli Istituti Tecnici superiori.

Le donne
Un’altra annotazione significativa riguarda l’aumento degli avviamenti al lavoro delle donne, passato dal rapporto 1 a 3 donna/uomo in essere a metà anni ’10, all’attuale rapporto di circa 1 a 2. Ancorché l’aumento del numero di donne su base annua riferito a tutte le fasce di età sia di 0,53%, incide però in modo preponderante quello nella fascia donne over 50: gli avviamenti di donne over 50 hanno superato per il 3,4% quelli degli uomini della stessa coorte demografica. È per queste donne che Umana - attraverso Umanaforma e in Lombardia U.Form, società di formazione del Gruppo - sviluppa percorsi di formazione preliminare e di reskilling orientati a progetti di ricollocazione lavorando sulle nuove competenze, sulla tecnologia, sempre in collaborazione con le aziende, per superare l’obsolescenza professionale nel frattempo maturata. L’aumento degli avviamenti delle donne over 50 è evidentemente anche un riflesso della crescita dei servizi alle persone e alle famiglie. In tali servizi è impiegato oltre il 10% di tutta popolazione femminile ultracinquantenne avviata per le quali attività di qualificazione professionale.

Gli over 50 e la formazione
Il tema della formazione è divenuto dunque centrale ed è emblematico che nell’ultimo quinquennio circa il 70% degli avviamenti al lavoro degli “over 50” da parte di Umana abbia riguardato assunzioni (con la qualifica di operario/operaia) di persone caratterizzate da bassa scolarizzazione e basso grado di qualificazione provenienti in gran parte da licenziamenti collettivi per ristrutturazioni/dismissioni aziendali per i quali si è attivato un progetto formativo.

I tempi indeterminati
Dai dati del Report 20019 emerge inoltre l’aumento dei contratti a tempo indeterminato (o Staff leasing). Il 2019 registra un significativo +408% sul 2018. Analizzando i dati riferiti all’ultimo triennio sui tempi indeterminati emerge inoltre che circa il 47,5% sono under 30, il 41,2% nella fascia media, l’11,3% over 50. Se sul piano formale questi numeri devono necessariamente essere letti anche attraverso la lente del cosiddetto “decreto Dignità” del 2018 che ha impresso una spinta a questo strumento, ma nella sostanza avallano una tendenza di crescita già in corso e registrata da tempo.

«I dati rilevati nel 2019 dal nostro Centro studi – spiega
Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana - ci raccontano di un mondo dell’impresa in trasformazione continua. Le aziende chiedono più giovani, più donne, e più somministrazione a tempo indeterminato. È forte la richiesta di competenze tecniche, che continuano a mancare in maniera significativa. Ma, anche qui, la richiesta si trasforma e guarda a figure più eterogenee, con maggiore riguardo a soft e fusion skill. Si afferma dunque il valore della formazione, attraverso la quale si rigenerano o si trasformano skill non in linea o obsolete. Le aziende continuano a credere nella flessibilità come elemento fondamentale nella gestione della loro forza lavoro, ma al tempo stesso credono nella continuità dei rapporti, e investono nelle persone in termini di tempo, risorse, formazione, e anche in termini di rapporto personale. Ecco allora spiegata la crescita, registrata negli ultimi cinque anni, dello staff leasing, che diventa uno strumento ideale per coniugare l’esigenza di flessibilità alla sostenibilità, in un rapporto di medio-lungo periodo».