Economia

CRISI E OCCUPAZIONE. Uil: perdiamo 2mila posti al giorno

Nicola Pini sabato 19 gennaio 2013
Dopo Confindustria anche i sindacati vanno in pressing sulla politica, richiamando i partiti a dare la priorità ai problemi dell’economia reale e della crisi nei programmi elettorali. «Nel 2012 abbiamo perso duemila posti di lavoro al giorno e altri 500mila sono rischio nei prossimi mesi», afferma Luigi Angeletti che ieri ha presentato le proposte della Uil per fermare il declino del Paese. «Nel 2013 raggiungeremo i 3 milioni e mezzo di disoccupati», ha sottolineato e per rilanciare la crescita occorre prima di tutto ridurre la pressione fiscale sul lavoro, un capitolo al quale dovrebbero essere destinati 10 miliardi di euro. Sostegno dell’occupazione, pensioni e riforma della pubblica amministrazione sono i temi messi sul tavolo dalla Uil. A Confindustria si rivolge invece il leader della Cisl Raffaele Bonanni invitando il presidente Giorgio Squinzi all’unità delle forze produttive su un decalogo per il futuro governo. «Sarebbe interessante se sindacati e imprese potessero stabilire insieme, come è successo altre volte, una  proposta essenziale per chiedere responsabilità e mettere paletti precisi sulle esigenze del Paese». Una proposta «forte, stringente e chiara» che «parta da fisco, energia, pubblica amministrazione e spesa corrente», anche per evitare che dopo le elezioni «si ricominci con gli stessi riti della politica». Tra i temi su cui insiste la Cisl c’è anche la produttività: Bonanni sollecita il governo a varare subito il decreto per rendere disponibili i fondi (2,1 miliardi di euro nel triennio, 950 milioni nel 2013) per la detassazione del salario di secondo livello.Angeletti sottolinea l’urgenza di intervenire per rilanciare la crescita e l’occupazione. Non c’è «una seria ricetta, neanche uno straccio di strategia per risolvere la situazione». «Stiamo distruggendo le basi dell’economia e se non c’è un cambiamento le prospettive del Paese sono micidiali». Tra le richieste del capo della Uil c’è poi, in tema di pensioni, il ripristino dell’indicizzazione di tutti gli assegni al costo della vita e la garanzia per tutti gli esodati di poter accedere alla pensione con le vecchie regole di uscita. Una maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro va comunque ripristinata per tutti. Come centrali restano la riduzione dei costi della politica (taglio di province, comuni, ed organismi elettivi) e la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche. La Uil considera l’introduzione di un patrimoniale «accettabile solo se i proventi venissero reinvestiti tutti nella riduzione delle tasse», ha affermato Angeletti, secondo il quale tuttavia «è meglio far pagare le imposte agli evasori piuttosto che mettere nuovi tributi». Più netto il sì di Cisl e Cgil (che la prossima settimana presenteranno in modo più compiuto le loro proposte) all’imposta sulle richhezze. Secondo il sindacato di Bonanni è necessario «ridurre le imposte sui redditi e spostare il prelievo» con una «patrimoniale ordinaria su tutti i cespiti mobiliari e immobiliari». E per il segretario  della Cgil Susanna Camusso la patrimoniale «è indispensabile».