Economia

Ucid. Etica aziendale per la ripresa del Paese

Stefano Devecchi Bellini* martedì 1 dicembre 2020

L’Unione cristiana imprenditori dirigenti si impegna ad attivare processi di cambiamento volti al bene comune promuovendo in tutte le forme possibili una specificità positiva nei comportamenti di imprenditori e manager, perché il “fare impresa” prima di avere un significato professionale, ne ha uno umano. Nell’attrarre nuovi soci ci impegniamo a trattare con grande efficacia e pragmaticità temi legati alla sostenibilità, all’inclusione, al welfare, alle diversità, alla leadership responsabile, alla coesione sociale e ai giovani. La formazione è un’esigenza costantemente espressa dai soci, in particolare da coloro che si avvicinano per la prima volta ed essa può concettualmente ricondursi a due filoni principali: la formazione religiosa, sui temi della dottrina sociale della chiesa, e l’approfondimento sugli argomenti più rilevanti di carattere socio-economico-politico; non basta più essere solo bravi imprenditori con i dipendenti; è importante ridare al territorio quel benessere che ci ha consentito di generare profitto. Molto infatti è stato fatto in questi anni da parte del settore privato (aziende e associazioni) per offrire dei servizi che lo stato non è più in grado di garantire, utilizzando a volte il welfare aziendale come strumento di fidelizzazione, aspetto comunque non negativo, ma è necessario ampliare la logica vincente fuori dai confini della singola azienda. Siamo convinti che coinvolgere i dipendenti di un'azienda in un progetto di inclusione, oltre ad essere gratificante per le persone ha una ricaduta positiva sulla produttività dell'azienda; questo passaggio di inclusione permetterebbe dunque un duplice vantaggio, aprendo le porte al concetto di solidarietà e di bene comune che è storicamente ed erroneamente contrapposto al vantaggio del singolo.

La sezione di Milano dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti ha recentemente trattato il tema del Welfare inclusivo e sociale con un panel di relatori di primissimo livello.“Dobbiamo offrire una visione per promuovere, per davvero, la rinascita del Paese”. Potremmo sintetizzare in queste poche parole il messaggio dell’ultima iniziativa organizzata dal Presidente di UCID Milano, Stefano Devecchi Bellini. Il professor Leonardo Becchetti ci ricorda che per fare buona economia non basta la logica aziendale di generare profitto, è necessaria una buona etica. L’etica è un concetto che non riguarda solo il settore religioso-spirituale, bensì è un concetto che ricorre ogni giorno nelle nostre vite e che serve per il nostro benessere biologico. Dare importanza alle persone è la chiave di una buona economia, in particolare alle persone che vivono in condizioni problematiche. È importante comprendere che le persone che vivono in una condizione disagiata, molto spesso, non necessitano di un aiuto monetario, bensì di un aiuto sociale. Questo aiuto va a colmare il bisogno di ritrovare la propria dignità e infatti le persone hanno bisogno in primis di sentirsi utili alla società, ricordando che il senso della vita è soprattutto la capacità di avere un impatto sulla vita di altri essere umani. Attuare un processo di inclusione all’interno della logica aziendale può essere, dunque fruttuoso ai fini di una buona politica aziendale. Secondo la psicologa Marta Zighetti è sicuramente di particolare importanza la situazione che stiamo vivendo oggi; la pandemia ha tagliato la componente sociale dei rapporti umani e siamo ora costretti a confrontarci attraverso uno schermo. Durante un’interazione sociale operano vari sistemi nella nostra mente, questi sistemi sono i cosiddetti: sistemi motivazionali. Durante una videochiamata nel nostro cervello avviene un “sovraccarico” e i vari sistemi si trovano a dover operare contemporaneamente e questo non avviene durante una normale conversazione “faccia a faccia”.

La prima delle buone pratiche d’impresa e’ raccontata da Silvia Bolzoni, Proprietaria di Zetaservice e Presidente della Fondazione Libellula che combatte da anni tentando di distruggere stereotipi e creare un ambiente di lavoro più inclusivo e di aiutare le donne nella loro lotta contro la società che le considera il tassello debole. Ovviamente è molto importante che in questa nuova politica aziendale siano coinvolte il maggior numero di persone possibili ed in particolare i giovani che nell’ambito economico parte dalla loro educazione.La seconda buona pratica invece riguarda l’impegno che l’imprenditore Alberto Dossi, proprietario del Gruppo Sapio, ha svolto sul territorio nazionale con attenzione alle nuove energie. Ne è una testimonianza attiva il libro bianco “il futuro della fabbrica”, presentato in Assolombarda dallo stesso Alberto Dossi, Vicepresidente con delega alle politiche industriali insieme. Il volume propone un’idea di futuro dell’industria, immaginando diversi scenari, da quelli più tecnologici a quelli di visione, fornendo raccomandazioni e spunti di riflessione sia agli imprenditori, che devono orientare le proprie decisioni strategiche di business, sia ai policy makers, che hanno il compito di definire scelte politiche e sociali, sia alla società civile, che deve poter trarre beneficio dall’evoluzione in corso. Un secondo aspetto meritevole dell’operato di Alberto Dossi si riferisce alla sua recente ma importante esperienza legata all’idrogeno come energia del futuro e vettore protagonista della transizione energetica in grado di consentire nei prossimi anni una netta riduzione delle emissioni al fine di raggiunge l’obiettivo europeo di decarbonizzazione nel 2050. Il Covid ci ha insegnato il valore della fragilità, ricordandoci di ripensare il futuro con una visione orientata alla crescita, sia economica che personale, nel pieno rispetto e consapevolezza di ogni individuo come ‘persona’.

*presidente Ucid Milano