Economia

ECONOMIA. Bce, tassi fermi. «Crescita super per Eurolandia»

Alessandro Bonini giovedì 5 agosto 2010
Dissipati i timori sul debito sovrano, almeno per il momento, l’Europa si gode la sua estate di successi: il recupero verticale della moneta unica, gli stress test superati dalle banche della regione, dati macroeconomici superiori alle attese. Anche la Bce ne prende atto. «Nel secondo trimestre la crescita si è rafforzata e per il terzo trimestre le prospettive sono migliori del previsto», ha detto ieri il presidente Jean-Claude Trichet, definendo la performance del secondo quarto addirittura «eccezionale». Il governatore è intervenuto al termine della riunione sui tassi, rimasti fermi come previsto al minimo storico dell’1%. L’inflazione infatti si mantiene sotto la soglia di tolleranza del 2%: non c’è ragione di alzare il costo del denaro, tanto più che, nonostante i segnali incoraggianti, rimangono incognite sulla forza della ripresa nell’Eurozona. Secondo gli analisti il tasso di riferimento resterà pertanto invariato fino almeno al 2011. Per Trichet, la crescita dell’attività economica nell’area dell’euro «resterà moderata ed eterogenea in un quadro economico incerto». I tassi sono «appropriati» e l’orientamento di politica monetaria dell’Eurotower, ha spiegato il governatore, in questo momento «è accomodante». Quanto alle misure straordinarie di liquidità un’eventuale sospensione sarà valutata dalla prossima riunione, «considerando come sempre tutte le circostanze». Trichet ha sottolineato come il mercato del debito sovrano europeo abbia segnato «un consistente miglioramento» rispetto all’apice della crisi scatenata dai problemi in Grecia.  I risultati degli stress test effettuati su 91 istituti hanno confermato «la tenuta dei sistemi bancari della Ue e dell’area euro nei confronti di gravi shock finanziari ed economici». La Bce preferisce tuttavia restare «prudente e cauta» nella sua valutazione della congiuntura economica. «Non è ancora giunto il momento di dichiarare vittoria sulla crisi», ha detto Trichet, sottolineando i timori per il prosieguo dell’anno: «Il secondo semestre non sarà così positivo come il secondo trimestre che, secondo noi, sarà particolarmente lusinghiero». Il terzo trimestre sarà comunque «migliore di quello che prevedevamo».I dati sul Pil del secondo trimestre saranno resi noti la settimana prossima. Alcuni governi devono ridurre con maggiore velocità il proprio rapporto debito/Pil, ha ammonito Trichet, così da soddisfare il bisogno «urgente» di recuperare credibilità nel medio termine. In conferenza stampa il francese si è concesso una nota personale, annunciando che ora si ritirerà in Bretagna per godersi una meritata vacanza. Chi invece dovrà sopportare ulteriori tribolazioni è il suo collega della Fed Ben Bernanke. Gli Stati Uniti infatti continuano a fare i conti con una serie di dati deludenti, soprattutto sul fronte del lavoro: ieri c’è stato il dato sulle richieste di sussidio relative alla settimana al 31 luglio, che sono cresciute inaspettatamente, salendo di 19.000 unità a quota 479.000. Grande attesa per il dato della disoccupazione di luglio che sarà diffuso oggi. Il presidente Usa Barack Obama ha sottolineato comunque che gli sforzi per stimolare la ripresa stanno cominciando a produrre effetti ma l’economia americana ha ancora bisogno di tempo per rifiorire pienamente. «È necessario percorrere ancora un bel pezzo di strada – ha detto il presidente parlando ai dipendenti della fabbrica Ford di Chicago – poichè la nostra economia non è ancora tornata a quei livelli su cui dovrebbe stare».