Economia

ECONOMIA. Fisco, Tremonti frena sulla riforma «Prudenza, la crisi non è finita»

sabato 11 giugno 2011
Le cause della crisi sono ancora in essere e il tempo della prudenza non è finito, serve inoltre cautela anche sulla riforma fiscale: non può essere fatta creando deficit. È il messaggio lanciato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti al Convegno dei Giovani Imprenditori che si è chiuso oggi a Santa Margherita Ligure. "Sulla questione fiscale io la vedo così: abbiamo alcuni vincoli, innanzitutto vincoli di bilancio. Non possiamo fare una riforma che crea deficit". Una cosa è certa però: il governo non ha "la minima intenzione di tassare la prima casa e il risparmio delle famiglie", assicura il ministro. "Da dove tirare fuori i soldi per fare una riforma in pareggio e senza scassare i conti pubblici cosa che ti porterebbe ad aumentare i tassi di interesse e di conseguenza ad alzare le tasse?", si chiede il ministro. Il recupero dell'evasione fiscalecostituirà il "serbatoio". "Abbiamo un'enorme base di evasione fiscale - dice - i nostri esperimenti indicano che è il giusto serbatoio. Il dividendo di questo recupero va messo su giovani e anziani. Noi abbiamo recuperato molta evasione ma finora era stata fatta la scelta di usare quei soldi per garantire la coesione, pagando le medicine e gli ammortizzatori sociali. Adesso, fatto quello, si può fare un ragionamento diverso, si può fare la riduzione fiscale con il recupero dell'evasione".Tremonti lascia aperta una possibilità di intervento sulle quote iva: "L'innalzamento delle quote Iva, per trasferire la tassazione dalle persone alle cose, è un'idea che dobbiamo studiare". Nel '92 , ricorda il ministro, "sono stato io a inventare lo slogan di spostare la tassazione dalle persone alle cose".La leader degli industriali Emma Marcegaglia, che oggi ha avuto un lungo colloquio con il ministro prima del suo intervento, ha chiesto di abbassare le tasse a chi tiene in piedi l'Italia: cioè lavoratori dipendenti e imprese. "Sulla riforma fiscale dobbiamo passare dalla fase di studio a una concreta e operativa. Serve - spiega - una riforma fiscale che abbassi le tasse a chi tiene in piedi questo Pese, cioè lavoratori dipendenti e imprese".Sulla stessa linea il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni: bisogna alleggerire l'onere fiscale che grava "sui lavoratori e sulle imprese oneste", perchè ciò "darebbe un ulteriore contributo di stimolo alla crescita". Tutto questo a condizione "che si prosegua di pari passo nel recupero dell'evasione fiscale".