Economia

Evento. Torna a Roma la conferenza sulla leadership femminile

martedì 16 agosto 2016
Win, Women's International Networking, torna a Roma dal 28 al 30 settembre per la sua conferenza globale annuale, la XIX. È la conferenza dedicata alla leadership e al networking femminile più grande d'Europa con circa 900 partecipanti, per il 93% donne. Si svolgerà all'Ergife Palace Hotel e com'è nella quasi ventennale tradizione delle Win Conference parteciperanno manager e top manager di aziende multinazionali, rappresentanti della politica, delle istituzioni, del mondo universitario e delle Ong che stanno contribuendo a cambiare il modo lasciando più spazio alle donne, alle loro idee e creatività e che plasmano così il dibattito sulla 'diversity' - l'inclusione delle donne e delle minoranze nelle aziende - e sull'uguaglianza di genere.Durante la tre giorni, si alternano sessioni plenarie, tavole rotonde e workshop dove i partecipanti hanno la possibilità di avere un confronto diretto con gli speaker su best practice di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nuovi trend di mercato, come acquisire nuove capacità e qualità da leader, come rompere il 'tetto di cristallo'. Si affiancano ai dibattiti lezioni di yoga e sviluppo personale per imparare a meglio perseguire gli obiettivi di carriera. Inoltre, sono diverse le occasioni di networking - cocktail, coffee break, cena di gala - utili per trovare un 'mentor', una guida nel proprio percorso di carriera e realizzazione personale."Non bisogna cambiare le donne ma creare il giusto ambiente di lavoro in cui possano esprimere il proprio potenziale - afferma Kristin Engvig, imprenditrice, fondatrice e ceo di Win -. Se accogliamo la diversità di genere e le diversità più in generale, nuove idee e creatività arriveranno di conseguenza. Promuovo la diversità perché penso che possa portare prospettive più interessanti nella vita e nel lavoro. La diversità comunque è già una realtà".Il tema di quest'anno è Leading the way, with beauty, connection and confidence perché Win crede fermamente nell'importanza di includere caratteristiche tradizionalmente femminili come l'empatia, la cooperazione, l'intuizione, negli ambienti di lavoro affinché le donne non debbano aderire necessariamente a un modello di successo al maschile. Per fare ciò serve un'alleanza fra tutti: top management aziendale, donne, uomini e la società nel suo insieme. I numeri della parità di genere fotografano una situazione in lento cambiamento. L'ultimo rapporto sul 'Gender gap' del World Economic Forum (Wef) che misura tra le altre cose la parità economica tra uomini e donne calcola che nell'ultimo anno è cresciuta globalmente solo del 3%; l'Italia si colloca negli ultimi posti, al 111esimo su 145 Paesi. Da noi le donne occupate o attive sono poche: il 54% contro il 74% degli uomini, guadagnano meno e in troppo poche riescono a rompere il 'tetto di cristallo'. Una buona pratica italiana è rappresentata dalla legge sulle quote rosa nei Cda, che ha innalzato il numero di donne dal 10 al 27,4 % (dati Consob 2015), in linea con Paesi come Francia, Finlandia e Svezia che hanno deciso anche loro di introdurre una legge. La legge non ha solo cambiato il colore dei board ma ha reso la governance migliore come ha dimostrato una ricerca dell'università Bocconi.