Economia

Tor Vergata. Ateneo all'insegna di ricerca, innovazione e conoscenza

Redazione Romana venerdì 29 dicembre 2017

Ricerca e innovazione, sostenibilità e inclusione, apertura e dialogo: questi i binomi al cuore della missione dell’Ateneo “Tor Vergata” in base a un piano di azioni ispirato dalla strategia Europa 2020 e a un programma di lavoro strutturato secondo l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Università giovane, ma estremamente competitiva, ha saputo attrarre nell’ultimo triennio 12 milioni di euro di finanziamenti sui progetti. Rompendo gli schemi, il rettore Giuseppe Novelli ha affidato la prolusione a un ricercatore, Francesco Tombesi, che dopo aver conquistato la copertina di Nature per il “respiro dei buchi neri”, è diventato il simbolo di una virtuosa “circolazione dei cervelli”, l’anti-“fuga”. Sul palco anche Silvia Quattrociocche, dirigente responsabile Direzione Didattica e Servizi agli Studenti, e la finlandese Matilda Sandvik, una delle migliaia di studenti stranieri che hanno scelto “Tor Vergata” per la propria formazione accademica, iscritta al multidisciplinare e internazionalmente apprezzato corso di laurea in Global governance.

«Viviamo in un paradosso – ha dichiarato Novelli in occasione dell'apertura del 35esimo anno accademico – perché in Italia, con pochi ricercatori e pochi fondi continuiamo a registrare risultati di grande prestigio. La produttività dei nostri giovani è alta, ma serve fare gioco di squadra: solo così possiamo crescere come Paese, solo così possiamo far crescere l’Europa. È quello che facciamo, ad esempio, continuamente, nel nostro processo di internazionalizzazione. Abbiamo siglato centinaia di accordi con istituzioni di tutto il mondo, e siamo l’unico Ateneo italiano nel network Yerun (Young European Research Universities Network), rete distribuita su 12 Paesi europei con un aggregato di oltre 300mila studenti e un budget dedicato alla ricerca di circa 1,2 miliardi euro».

"Nei nostri Atenei – commenta il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani – si trovano le fondamenta della civiltà europea, forgiata da secoli di scambi, pluralità di pensiero, dialettica di idee, arte e scienza. L'Università, oggi, deve essere protagonista della ricerca applicata, del trasferimento tecnologico, dell’innovazione industriale, dell’eccellenza del sapere in tutte le sue forme. La conoscenza non può rimanere slegata dall’economia reale e dai cluster produttivi presenti sul territorio. La chiave per dare prospettive ai giovani è la formazione di qualità. Per questo, apprezzo e sostengo l'impegno dell'Università di “Tor Vergata” per rafforzare cooperazione e sinergie con il mondo dell'impresa e con la società civile».


Durante la sua prolusione intitolata La scienza senza frontiere: astrofisica, spazio e buchi neri, Francesco Tombesi – che con gli studi iniziati in Italia ha attivato numerose collaborazioni internazionali fino ad arrivare alla Nasa, per poi scegliere, su dati oggettivi, il Dipartimento di Fisica di “Tor Vergata” come base più adatta per il suo lavoro – ha ricordato come la scienza sia «per definizione ‘universale’ e senza frontiere». Le scoperte, ha proseguito, «sono valide in ogni tempo e in ogni luogo del mondo. I fattori chiave sono l’immaginazione, la curiosità e l’ambizione».

Ma cosa fa l’Europa? In quale scenario lavorano le Università italiane? Creando lo Spazio europeo della Ricerca, l’Ue ha lanciato il programma Horizon 2020, i programmi Erasmus, Erasmus Mundus per studenti comunitari e non, Erasmus+, ma anche il Marie Curie ed altre iniziative per la formazione universitaria e la ricerca. Con uno scopo comune: tutelare e promuovere la salvifica circolazione di cultura e idee. All’orizzonte, il prossimo programma di finanziamento per la ricerca e l'innovazione, il Framework Programme 9.

Quattrociocche ha invece citato, nel suo intervento come sia «progressivamente in crescita il numero di studenti incoming e outgoing tra Erasmus studio, overseas, tesi all’estero e trainesheep. A “Tor Vergata” vogliamo fortemente sostenere chi ha voglia di ‘imparare ad imparare’: per i nostri ragazzi abbiamo previsto numerose agevolazioni per reddito, merito, mobilità, attività di tutorato e internazionalizzazione. Solo nello scorso anno sono stati assegnati borse e premi di studio per una cifra superiore al milione di euro, cui vanno aggiunte le altre borse internazionali (Erasmus, Viu, Yerun), e altre iniziative».

Accanto alla ricerca, e la tradizionale missione della didattica, l’Università è oggi fortemente orientata alla Terza missione, come ha ricordato il rettore: «Con la terza missione trasferiamo i nostri risultati di ricerca, parliamo alle imprese e guardiamo al territorio. Nell’ambito della Terza missione, l’innovazione sociale rappresenta la nostra terza gamba. Ed è in quest’ultima direzione che lavoriamo su idee e azioni in grado di rispondere concretamente ai nuovi bisogni della collettività, accanto a società civile, imprese e istituzioni, per lo sviluppo culturale e sociale del territorio, in linea con il programma di azioni dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. È così che ci impegniamo per favorire la diffusione di buone prassi e di una cultura “responsabile”, attenta alla sostenibilità e all’inclusione, per rafforzare capacità e competenze della persona e, per tale via, l’empowerment della società. È questa, spero, l’Università degna di quell’Europa sognata da Altiero Spinelli, Jean Monnet, Robert Schuman e Konrad Adenauer, i padri fondatori di un’Europa unita e libera. Una terra aperta, di accoglienza e di speranza».