Economia

Legge di Stabilità. Un tetto alle pensioni d'oro

Daniele Cirioli mercoledì 7 gennaio 2015
Dal 1° gennaio 2015, i lavoratori occupati prima del 1996 non possono maturare né intascare una pensione d’importo superiore a quella calcolata interamente con la regola retributiva. Lo ha stabilito la legge di Stabilità 2015 con una norma che produce effetto, dal 1° gennaio 2015, su tutte le pensioni: quelle ancora da liquidare e quelle già liquidate. È stata così corretta una anomalia manifestata dalla riforma Fornero, con l’estensione a partire dal 2012 della regola contributiva a tutti i lavoratori. In pratica succedeva che, in presenza di alte retribuzioni, ai lavoratori dell’ex regime retributivo faceva maturare pensioni più alte di quelle che avrebbero ricevuto qualora fossero rimasti nel vecchio regime retributivo (come dire: stavano bene e dopo la riforma Fornero stavano ancora meglio, in barba ad ogni principio di spending review decantato dalla riforma). Ma vediamo meglio.La disciplina delle pensioni distingue due categorie di lavoratori in base al regime di calcolo della pensione: i «vecchi», quelli che hanno iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996; i «giovani», quelli che hanno iniziato a lavorare da tale data. Fino al 31 dicembre 2011 i vecchi hanno fatto parte del regime retributivo o misto di calcolo della pensione, a seconda che avessero o meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. I giovani appartengono da sempre (cioè dal 1996) al regime contributivo. Con la riforma Fornero, dal 1° gennaio 2012, tutti i lavoratori, vecchi e giovani, rientrano nel regime contributivo: ai vecchi la pensione è calcolata in parte con la regola retributiva (anzianità al 31 dicembre 2011), in parte con quella contributiva (anzianità dal 1° gennaio 2012); ai giovani la pensione è tutta calcolata con la regola contributiva.Per i giovani, inoltre, i contributi si pagano fino a un certo importo di retribuzione. Per il 2014 tale limite è stato pari a 100.123 euro: oltre non si sono pagati contributi, ma non si maturerà neanche la pensione. Perciò il giovane che ha guadagnato 200mila euro nel 2014 avrà pagato i contributi fino all’importo di 100.222 euro e anche la sua futura pensione sarà calcolata fino al corrispondente (ridotto) montante contributivo. Lo stesso limite non valeva per i vecchi lavoratori: e questa è l’anomalia della riforma Fornero. Perché il vecchio dipendente che guadagna 200mila euro, che nel regime retributivo avrebbe potuto maturare una pensione massima (con il massimo d’anzianità di 40 anni) di 160 mila euro (l’80% dell’ultima retribuzione), con il sistema contributivo si ritrovava a poter maturare una pensione più alta, perché svincolata dal tetto contributivo (100.123 euro nel 2014) e svincolata anche dagli anni di contribuzione (massimo 40 nel regime retributivo). La legge di Stabilità 2015, dunque, ha corretto questa anomalia: i vecchi non possono ricevere una pensione d’importo superiore a quella calcolata con la regola retributiva. La “tagliola” si applicherà dal 1° gennaio 2015 a tutte le pensioni, a quelle già liquidate dal 2012 e a quelle ancora da liquidare.