Economia

DIVARI. «Al Sud la vita costa il 16% in meno» Scoppia la polemica sui salari

Eugenio Fatigante mercoledì 5 agosto 2009
Riemergono le gabbie salariali, che tornano a infiammare il dibattito sull’annunciato piano del governo Berlusconi per il Sud. Mentre a sera il Tesoro (dopo che Palazzo Chigi ha smentito un presunto «gelo» fra Tremonti e Berlusconi nell’incontro di lunedì) conferma in una nota che «il professor Giulio Tremonti sta da tempo lavorando a un progetto di Banca del Mezzogiorno», sulla base di una «discussione in atto con il sistema delle banche di credito cooperativo».Succede che le agenzie di stampa danno conto di una ricerca svolta per conto della Banca d’Italia, da cui vien fuori che il divario complessivo dei prezzi fra Nord e Sud del Paese raggiungeva nel 2006 il 16,5% a favore delle regioni meridionali (anche se si riduceva al 3% in tre settori-chiave, cioè alimentari, abbigliamento e mobili).Ragione apparsa subito più che sufficiente a Roberto Calderoli, ministro leghista per la Semplificazione, per tornare a ipotizzare «buste-paga parametrate sul reale costo della vita nelle diverse aree del Paese». Questo alla luce, ricorda Calderoli, della «volontà di affrontare, una volta per tutte, la questione meridionale, anche attraverso la fiscalità di vantaggio». Si tratta di uno dei cavalli di battaglia storici del Carroccio, ma la proposta non fa proseliti nel resto del Pdl. Valga per tutti l’immediata reazione di Gianfranco Micciché, sottosegretario a Palazzo Chigi e leader dei "sudisti" di maggioranza: «Se Calderoli vuole parametrare le buste-paga, possiamo valutarlo purché i costi siano più bassi ovunque»; quindi occorre che «il Sud paghi più basse percentuali Irpef, abbia meno costi per la pubblica amministrazione, paghi di meno la benzina. Se dobbiamo riduciamo tutto, non solo gli stipendi».L’analisi svolta dai ricercatori Cannari e Iuzzolino evidenzia che è soprattutto la casa a portare giù il costo della vita al Sud. Gli affitti sono nel Mezzogiorno pari a circa il 60% di quelli pagati al Centro-Nord. Incide anche il costo dei servizi, inferiore del 15%, mentre energia e combustibili costano di più al Sud (del 2,2%). Un altro studio di Bankitalia afferma poi che «immaginare» di agire con le sole politiche regionali «è velleitario».Silvio Berlusconi potrà parlare di una nuova politica per il Sud stasera con Vasco Errani, reduce da una Conferenza delle Regioni di cui è il presidente. La richiesta prima è avere certezze: «Un piano per il Sud presupporrebbe nuove risorse che il governo non ha mai stanziato». Il punto, semmai, è «fare chiarezza sull’effettiva disponibilità di cassa» dei precedenti impegni di spesa, già resi «critici per i continui prelievi del governo». La richiesta sarà pertanto di dare via libera ad altri piani regionali (i Par), dopo quello siciliano che ha visto sbloccare dal Cipe 4,3 miliardi. E qui s’innestano le polemiche del Pd. Sergio D’Antoni, responsabile per il Sud, si chiede «con quali titoli il governo parli di qualità della spesa» dopo che «è riuscito a dilapidare 35 miliardi destinati al Sud per coprire ogni spesa, anche la più ignobile». A partire dai «230 milioni» dati a Palermo per i rifiuti. Soldi che anche per Micciché sono «un regalo» al sindaco Cammarata e per i quali «chiede scusa agli italiani».