Economia

Confprofessioni. Studi professionali, in un anno creati 9mila posti

venerdì 14 marzo 2014
"Novemila posti di lavoro creati nel 2013. È la risposta degli studi professionali alla drammatica situazione occupazionale in Italia che a gennaio ha registrato un balzo della disoccupazione al 12,9%". Lo rende noto Confprofessioni, la Confederazione italiana libere professioni, che ha incrociato i dati Inps sulle posizioni lavorative attive e le cessazioni nel periodo 1 gennaio-31 dicembre 2013 all'interno degli studi professionali. "Nonostante la crisi che ha colpito duramente il settore professionale - spiega il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - lo scorso anno oltre 9mila lavoratori, tra impiegati e apprendisti, hanno trovato un impiego stabile presso gli studi di avvocati, notai, commercialisti, medici, dentisti, architetti e ingegneri. Negli ultimi 12 mesi, infatti, sono stati assunti 50.777 impiegati e 8.982 apprendisti"."Nello stesso periodo - avverte Confprofessioni - i rapporti di lavoro cessati sono stati 46.012 tra gli impiegati e 4.639 tra gli apprendisti. Il saldo complessivo, tra nuovi assunti e posizioni lavorative cessate, resta ampiamente positivo e si attesta sulla soglia record di 9.108 mila assunzioni, con un balzo del 9% rispetto agli 8.352 neoassunti di tutto il periodo del 2012. Un dato nettamente in controtendenza nel mercato del lavoro in Italia che, secondo gli ultimi dati provvisori dell'Istat, ha registrato una diminuzione degli occupati pari a 478 mila persone"."Ancora una volta - commenta  Stella - il settore degli studi professionali riesce a tamponare l'emorragia occupazionale che sta investendo il Paese, e in particolare le fasce più giovani della popolazione. Nonostante le difficoltà economiche e la scarsa attenzione della politica alle problematiche degli studi professionali, questi dati confermano la vivacità del settore professionale che continua ad essere un importante bacino occupazionale soprattutto tra i giovani e le donne". "E questo ci riempie di soddisfazione -avverte- perché è il frutto di un'attenta e scrupolosa analisi delle dinamiche del mercato del lavoro recepite con lungimiranza nel contratto nazionale degli studi professionali"."I dati occupazionali degli studi - afferma il presidente Stella - confermano le tendenze in atto nel mercato dei servizi professionali. Le professioni giuridiche e quelle tecniche stanno pagando il prezzo più salato alla crisi economica, mentre le professioni sanitarie confermano il loro ruolo anti-ciclico e quelle dell'area economico-amministrativa continuano a macinare occupazione per rispondere alle mutate esigenze del mercato". Secondo il presidente di Confprofessioni, "il settore professionale ha ancora buone potenzialità di crescita, soprattutto sul fronte occupazionale, ma spesso deve fare i conti con norme e provvedimenti legislativi che penalizzano le ambizioni di sviluppo dei liberi professionisti".Entrando nel dettaglio, le professioni più attive sul mercato del lavoro sono quelle dell'area economico-amministrativa (commercialisti, consulenti del lavoro e studi di consulenza amministrativo-gestionale), che presenta un saldo occupazionale positivo pari a 5.937 unità, in ulteriore aumento rispetto ai 5641 posti di lavoro creati nel 2012. A ruota si collocano le attività sanitarie (medici generici, ambulatori e poliambulatori, medici specialisti, studi odontoiatrici e veterinari), con un saldo positivo pari a 2.935 unità, in crescita del 5,7% rispetto al 2012. In affanno, invece, le professioni tecniche (studi di architettura e ingegneria, geometri, periti industriali, agrari e geologi). Nonostante la bilancia occupazionale nel 2013 registri un contenuto aumento di 705 nuovi posti, il dato occupazionale risulta in flessione di circa il 30% rispetto al 2012. Sul fronte delle professioni giuridiche, inoltre, anche nel 2013 continua la contrazione di posti di lavoro, seppur più contenuta rispetto all'anno precedente. Nel 2013, infatti, ne sono stati persi 469 contro i 1.082 del 2012.