Economia

La corsa dei prezzi. Bollette luce e gas, conto alla rovescia per gli aumenti

Nicola Pini mercoledì 29 settembre 2021

I 3,5 miliardi messi sul piatto dal governo non bastano a evitare la stangata sulle bollette: dal primo ottobre l’elettricità aumenta del 29,8% e il gas del 14,4%. Un rincaro da record che per l’intero 2021 si tradurrà per la famiglia tipo in una maggior spesa di circa 300 euro (145 euro per la luce e di 155 per il metano) rispetto al 2020. È l’effetto della «straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici», come l’ha descritto ieri l’autorità di regolazione nel settore energetico (Arera) nel dare notizia degli aumenti. Il decreto varato la scorsa settimana e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale ha tuttavia contenuto i danni. In assenza di interventi, precisa Arera, l’elettricità sarebbe infatti aumentata di oltre il 45% e il gas del 30%.

Aumenti mai visti prima. La manovrina governativa, annunciata dal responsabile del Mite Roberto Cingolani, da un lato ha aperto un paracadute per le famiglie meno abbienti consentendo di «mantenere invariate le tariffe per oltre 3 milioni di famiglie che percepiscono i bonus sociali» per l’energia. Si tratta dei nuclei con Isee entro gli 8.265 euro, o i 20mila se hanno più di tre figli, per i quali la sterilizzazione degli aumenti sarà automatica. Mentre le famiglie che devono fronteggiare un problema di salute devono fare domanda per ottenere lo sconto. D’altro canto per gli altri consumatori, 29 milioni di famiglie e 6 di piccole imprese, il Dl ha azzerato fino alla fine dell’anno i cosiddetti oneri generali di sistema, quelle voci che gravano sui consumatori come gli incentivi alle fonti rinnovabili, i contributi per il nucleare, le agevolazioni a imprese energivore.

«L’intervento del governo, cui abbiamo fornito il necessario supporto tecnico, ammorbidisce gli effetti in una fase delicata della ripresa per proteggere i consumatori più fragili», ha spiegato il presidente dell’Arera Stefano Besseghini, tornando a ribadire la necessità di lavorare per «sfruttare tutte le opportunità per una riduzione strutturale dei costi energetici». Dobbiamo infatti «fronteggiare i cambiamenti in corso nei mercati dell’energia che almeno in parte potrebbero non essere transitori». Lo stesso governo nei giorni scorsi aveva manifestato l’intenzione di intervenire in due tempi. Subito con il decreto sterilizzare parzialmente l’impatto dei maxi-rincari e di nuovo nei prossimi mesi (forse in manovra di bilancio) con un provvedimento strutturale sulle bollette. Secondo diversi osservatori gli oneri di sistema potrebbero essere finanziati dalla fiscalità generale. È la seconda volta in tre mesi che il governo è costretto a intervenire per mitigare gli incrementi in bolletta legati ai rincari dei prezzi dell’energia. A luglio l’intervento era stato di 1,2 miliardi, stavolta il conto ha raggiunto i 3,5 miliardi.

Dietro gli aumenti delle tariffe c’è principalmente la corsa dei prezzi delle principali materie prime energetiche: in particolare i prezzi del gas (che alimenta buona parte delle centrali elettriche italiane) sono cresciuti di oltre l’80% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Incidono però per circa un quinto del totale anche i prezzi correlati al costo delle emissioni di CO2 (un disincentivo per le fabbriche inquinanti) saliti a 60 euro/ tonnellata dai 28 di un anno fa. Corre anche il petrolio. Ieri le quotazioni del Brent hanno superato gli 80 dollari al barile per la prima volta in quasi tre anni, con Goldman Sachs che prevede possa arrivare a 90 dollari a fine anno. Allarmati i consumatori che a loro volta chiedono interventi strutturali. «I miliardi stanziati dal governo non sono bastati per impedire una stangata da primato», afferma l’Unc. Secondo l’associazione i rincari nei prossimi 12 mesi peseranno per 355 sulla famiglia tipo, con 184 euro in più per la luce e 171 euro per il gas. «Queste misure avranno effetti solo a tempo determinato – aggiunge il Codacons – servono interventi per contenere la crescita delle bollette energetiche e ridefinire i criteri di calcolo delle tariffe».