Economia

Immobili. Affitti universitari: riparte il mercato ma canoni in calo nelle grandi città

Redazione Economia giovedì 2 settembre 2021

La ripresa delle lezioni in presenza spinge il mercato degli affitti universitari

Il mercato degli affitti universitari sta gradualmente tornando alla normalità. L’introduzione del green pass e la possibilità di frequentare in presenza le lezioni hanno rimesso in moto il mercato. SoloAffitti, il gruppo immobiliare specializzato nella gestione e tutela della rendita immobiliare con oltre 300 punti in Italia, ha rilevato come i prezzi delle camere doppie risultino in calo (-4%), anche perché sempre meno richieste, e quelli delle singole sostanzialmente stabili (+1%).

Per poter tornare ai livelli 2019 ci vorrà però ancora tempo: il numero di transazioni legato agli affitti universitari rimane ancora abbastanza (36%) o molto al di sotto (41%) dei livelli pre-pandemia, anche se risulta una moderata crescita delle richieste rispetto alla stagione 2020.A Milano i costi delle stanze singole sono diminuiti quest'anno mediamente del 15% (quasi 100 euro). Situazione analoga nella Capitale (-15%). Tra le città universitarie di più grandi dimensioni sono in salita i prezzi delle singole a Genova (+20%, cioè una media di 50 euro in più) e Bari (+14%, pari a 30 euro). Prezzi in calo in maniera più cospicua per le camere doppie.Milano e Rimini sono le città con i prezzi medi più alti sia per le stanze singole che per quelle doppie. A Milano per una singola servono 500 euro e 300 per una doppia. A Rimini 425 euro costa la singola e 275 la doppia. Varese e Palermo sono le città più a buon mercato con singole rispettivamente a 180 e 170 euro e doppie a 125 e 100 euro di media.

Tra i comfort più richiesti aria condizionata (9%), lavastoviglie e lavatrici (17%), un arredamento moderno e soprattutto una veloce connessione Wi-Fi (entrambi al 35%). Le esigenze principali dei ragazzi che si spostano per studio si confermano tuttavia la vicinanza all'università (67%), ai mezzi pubblici (59%) e la disponibilità di una stanza singola (65%).Non ci sono variazioni di rilievo per le tipologie contrattuali più utilizzate. Rimane una forte prevalenza nelle città universitarie dei contratti a canone concordato (3+2, studenti universitari, transitorio).