Economia

Anniversari. Sessant'anni fa la prima Giulia, l'auto "disegnata dal vento"

Maurizio Bertera domenica 26 giugno 2022

L'Alfa Romeo Giulia del 1962

Il 1962 fu un anno ricco di eventi, drammatici ma anche leggeri: la Crisi di Cuba, la morte di Marlyn Monroe ma anche il primo disco dei Beatles, e il primo film di 007. Nel piccolo grande mondo dell’automobile, il 27 giugno di 60 anni fa, nel verde di Monza, l’Alfa Romeo mostrò per la prima volta la Giulia, il modello destinato a sostituire la Giulietta (che era stata presentata al salone di Torino del 1955). La Giulietta allora era un modello molto amato e la Giulia, con la linea completamente diversa e fuori dagli schemi lasciò non poco sconcertati. Nei giorni successivi alla manifestazione dedicata alla stampa presso l’autodromo, non furono pochi gli articoli critici o perplessi su quel profilo così strano, fatto di una serie infinita di sagomature, tutte a confluire nella coda incredibilmente “tronca”. Qualcuno disse che “sembrava un'auto tamponata”.

Lo slogan della casa testimoniava la consapevolezza della forte originalità del design: “Disegnata dal vento”. Ma la particolarità del profilo della Giulia non era gratuita, fine a sa stessa: il coefficiente di penetrazione aerodinamica era di 0,34, un risultato decisamente brillante per una berlina quattro porte. E proprio il profilo le valse giudizi molto favorevoli sul piano internazionale. Ma come spesso succede con le novità fortemente innovative, bastò poco tempo perché la perplessità si trasformasse in entusiasmo e la Giulia TI divenne un oggetto del desiderio e di ammirazione, in Italia e all’estero. La vettura, secondo le strategie dei vertici Alfa Romeo, doveva essere lanciata in concomitanza con l'inaugurazione del nuovo stabilimento di Arese ma a causa dei continui ritardi nella consegna dello stesso, i primi esemplari di Giulia vennero realizzati nello storico impianto milanese del Portello. Poi, per circa 2 anni, si ebbe una curiosa fase di transizione durante la quale le scocche erano prodotte ad Arese, mentre la componentistica meccanica proveniva ancora dal Portello. Questo fu possibile per la distanza dei due siti produttivi, che era di soli 15 chilometri. La prima vettura ad essere prodotta interamente ad Arese fu invece la GT del 1963.

La Giulia TI, quella del debutto, era lunga 414 cm, larga 156 e alta 143. Pesava appena 1.000 kg. Il motore era un 4 cilindri di 1.570 cc a 4 valvole per cilindro, alimentato da un carburatore doppio corpo verticale. Erogava 92 Cv. Il cambio era una delle sue particolarità innovative: era a 5 marce, quasi incredibile per l’epoca. Dapprima la leva fu collocata al volante, come la tendenza dell’epoca imponeva, ma già nel 1964 fu adottata la posizione più consona a una sportiva come la Giulia voleva essere: sul pavimento, nella posizione tuttora più diffusa. I freni subito erano a tamburo ma già nel 1964 furono adottati quelli a disco.La versatilità tecnica di Giulia fu ampiamente sfruttato dall'Alfa Romeo negli anni ’60 e nei primissimi anni ’70 tanto che, fino all'esordio di Alfetta e Alfasud, tutta la gamma del Biscione era composta da modelli basati sulla sua meccanica. Altra particolarità non da poco era il divanetto anteriore, invece dei due sedili separati. Ciò la permetteva di essere omologata per 6 posti, un’altra rarità. Al momento del lancio, la vettura costava 1.595.000 lire.

Dal 1962 al 1977, quando ne cessò la produzione (la generazione attuale invece ha debuttato nel 2016), ne furono prodotte oltre un milione di cui 572.646 nella versione berlina tre volumi: una delle best-seller nella storia del Biscione. Innumerevoli furono le sue derivazioni, quasi tutte in chiave sportiva, dalla Giulia Super alla “Quadrifoglio”, per non dire delle versioni coupé che dettero vita a una genia di vetture belle e vincenti sulle piste di tutto il mondo, oggi oggetti molto ricercati dai collezionisti. Parliamo della GT, della GTA e della GT 1300 Junior. Accanto alle coupé vi era la Sprint GTC, versione cabriolet, che venne prodotta in soli 1000 esemplari, per un periodo di tempo limitato. Poi le spider a due posti. Prima la Giulia Spider (restyling della Giulietta Spider, con il pianale precedente) e la Spider vera e propria con motore da 1600 cc (con il nome iniziale di Spider Duetto) e con il 1300 cc che venne denominata Spider 1300 Junior. Non bastasse, furono realizzati alcuni esemplari con carrozzeria familiare chiamati Giulia Promiscua (o Giardinetta). A renderla immortale è stato anche l’utilizzo da parte di Polizia e Carabinieri, in forza della sua velocità, agilità e tenuta di strada. Piaceva ovviamente anche ai malviventi e da qui nascevano inseguimenti spettacolari, quelli che l’hanno resa icona del cinema "poliziottesco" degli anni ’70.