Economia

Sardegna. Così rivive la tradizione dell'anello

Maurizio Carucci mercoledì 21 novembre 2018

Una intera famiglia di artigiani ha ridato vita alla fede sarda, un gioiello che sta conoscendo una “seconda giovinezza”, soprattutto al di fuori del territorio della Sardegna. Questo anello, da sempre legato a doppio filo alle più antiche e sentite tradizioni isolane, da qualche anno sta cominciando a godere di grande popolarità in tutta Italia, diventando così un regalo ambitissimo dalle donne del Belpaese. La struttura portante dell’azienda sono state proprio le relazioni familiari. L’impresa è nata nel ‘67. Il fondatore, già figlio di artigiani, insieme con la moglie, ha aperto una piccola bottega. Da allora, la struttura portante di Marrocu si è allargata con il coinvolgimento dei figli.


Al di là dei risvolti commerciali di questa nuova tendenza, la fede sarda è prima di tutto un gioiello di grande valore (sicuramente simbolico, ma in alcuni casi anche economico) per tutte le donne della Sardegna. Spesso questo gioiello lavorato in filigrana viene tramandato da madre in figlia per generazioni. Il “passaggio di consegne” avviene solitamente in occasioni molto importanti: il fidanzamento o la nascita di un figlio (spesso il primogenito). La fede sarda è la più importante rappresentante della categoria dei gioielli tipici della regione: spesso in filigrana di oro giallo o di argento, sono arricchiti da altri materiali caratteristici, come il corallo o altre pietre. In generale, tutti i gioielli della Sardegna hanno un grande significato culturale e vengono legati a momenti specifici della vita.

La storia e il significato dei gioielli sardi affondano le loro radici nel mito: sono tante le leggende che narrano le origini di questo o di quel gioielli. Quella più famosa e rinomata racconta che le Janas, le fate che vivevano in Sardegna in età prenuragica nelle Domus de Janas, lavoravano stoffe pregiate e adornate con pietre e gioielli preziosi, intessendo tra loro dei fili d’oro e d’argento.

Il gioiello quindi, fede sarda compresa, è una vera e propria opera d’arte. Un oggetto che collega idealmente l’uomo alla divinità: per questo motivo devono essere indossati nelle occasioni più importanti della vita. Non un semplice abbellimento, dunque, ma un simbolo, un segno di appartenenza alla divinità.

La fede sarda ha una storia ancora più approfondita: la tradizione racconta che l’uomo, prima di fare la proposta di amore eterno alla propria bella, si rivolgesse alle Janas, per avere la loro protezione e il loro aiuto. Le fate, per sostenere il proprio protetto, intessevano un filo d’oro, creando un anello che il giovano avrebbe dovuto fare indossare alla ragazza sull’anulare sinistro – come si fa ancora oggi. Anche la scelta di questo dito non è casuale: secondo alcune tradizioni in questo punto della mano passa una vena (la vena amoris) che arriva direttamente al cuore.

La forma tradizionale della fede sarda – formata da piccole sfere – simboleggia i chicchi del grano, come segno di prosperità e vincolo di amore tra i due componenti della coppia, legati indissolubilmente anche alla loro terra.