Economia

Terzo settore. Il Forum sulla riforma: «Fare presto»

Luca Liverani venerdì 15 gennaio 2016
Otto nodi su dieci sembrano sciolti. Per i due articoli rimasti, quelli sul fisco, il chiarimento arriverà probabilmente coi decreti attuativi. La sfida vera, secondo il governo, è un’altra: «L’emergenza non è tanto sui contenuti – dice Luigi Bobba – ma sui tempi: bisogna prendere un altro passo, accelerare e arrivare all’obiettivo che a inizio primavera la legge possa essere definitivamente approvata». «Siamo vicini al traguardo – replica ottimista il relatore Lepri – e la strada è in discesa». Sarà. Ma la riforma del Terzo settore, che sembrava cosa fatta sei mesi fa, fatica a tagliare il filo di lana. E il non profit chiede ancora ritocchi: per incentivare i cittadini al volontariato, valorizza- re le reti, chiarire i rapporti con gli enti locali, semplificare il fisco. Il faccia a faccia arriva all’incontro organizzato dal Forum del Terzo settore, con il portavoce Pietro Barbieri, il sottosegretario al Lavoro e al Welfare Luigi Bobba, il relatore alla Camera del progetto, Stefano Lepri. È lo stesso Bobba a invitare il Forum ad attuare una «robusta e necessaria sollecitazione»: «È bene tirare fuori al più presto questo provvedimento – dice – dal limbo in cui è caduto ». Bobba sottolinea i progressi sui punti discussi negli incontri con i due relatori, Lepri e Donata Lenzi al Senato. Sottolinea le novità importanti, come il nuovo fondo per le organizzazioni che promuovano progetti sul territorio, 30 milioni nell’emendamento Lepri. Importante anche la creazione di un «Consiglio nazionale del Terzo settore » di rappresentanza. Bobba ribadisce che le imprese sociali sono parte integrante degli enti di Terzo settore. Esorta a non temere «persecuzioni » sulle associazioni riguardo ai vincoli nel caso di attività di scambio di beni e servizi: «L’81% del fatturato del Terzo settore – ricorda – è realizzato dal 4,5% degli enti: non c’è nessun rischio che i controlli si scatenino sull’altro 95,5% degli enti». L’obiettivo è incoraggiare le organizzazioni più impegnate nella produzione e scambio di beni e servizi ad assumere la forma societaria, cooperativa o non. «Abbiamo fatto un duro e impegnativo lavoro – assicura dal canto suo Lepri – e credo che l’obiettivo di un’approvazione definitiva entro la primavera possa essere raggiunto ». Come promesso dal ministro Maria Elena Boschi. «Così il governo avrebbe tempo – dice il relatore – fino alla primavera 2017 per i decreti delegati », cui è demandato il nodo fiscale. Barbieri però elenca vari punti delicati: l’auto-finanziamento delle organizzazioni, quelle di promozione sociale, che aiutano la comunità «senza gravare sulle tasche dello Stato»; gli strumenti per incentivare l’impegno nel volontariato; per chiarire gli eventuali rimborsi spese ma impedire abusi; per valorizzare le reti associative di secondo livello, preziose in una galassia frammentata; per puntualizzare i criteri su autorizzazioni e accreditamenti con le amministrazioni locali; per tutelare i lavoratori delle imprese sociali. Infine il fisco: dalla razionalizzazione degli obblighi formali, alla cancellazione dell’Iva per le Ong che acquistano beni da usare all’estero a scopo umanitario. Da fare ce n’è.