Economia

Ricerca. Sostenibilità e siti, aziende tra luci e ombre

martedì 2 dicembre 2014
Poca informazione legata al mondo della sostenibilità e per chi cerca lavoro. In particolare, in Italia, solo poco più della metà delle aziende presentano un bilancio di sostenibilità (contro il 94% tra le maggiori 100 aziende livello europeo) e una su quattro non presenta alcuna informazione di sostenibilità (eccetto il codice etico). È quanto emerge dalla ricerca Webranking by Comprend, la principale ricerca europea che premia i migliori siti corporate.La ricerca Webranking by Comprend, realizzata da Lundquist in collaborazione con Comprend (ex KW Digital e divisione digitale di Hallvarsson&Halvarsson), da diciotto anni è la ricerca più riconosciuta in Europa nella valutazione della comunicazione corporate on line. La ricerca ha valutato 69 grandi aziende quotate a livello italiano. A livello internazionale sono state valutate oltre 800 società. In generale, però, sul podio delle aziende più brave a comunicare via web troviamo per il secondo anno consecutivo Eni (87 punti su 100).Snam (86,3) ottiene il secondo posto, vincendo anche il titolo di best improver come società che ha aumentato maggiormente il proprio punteggio rispetto all'edizione precedente. Telecom Italia 83,3), invece, scende in terza posizione. Considerando 50 punti come soglia per una buona comunicazione digitale, solo 20 aziende italiane superano il test, in linea con lo scorso anno. All'altro estremo si collocano altre 20 aziende che occupano la parte bassa della classifica (sotto i 30 punti) e che non presentano i contenuti minimi richiesti dal mercato. Le aziende italiane ottengono buone performance nella presentazione dell'azienda, la pubblicazione dei bilanci e le informazioni sulla governance. Ma in un contesto economico difficile, metà delle società non parla del futuro in termini di strategia, growth driver, debito e gestione di rischi, che sono informazioni sempre più importanti per gli investitori. Le aree in cui esiste una maggiore differenza rispetto alle performance europee sono quelle legate alle informazioni non finanziarie come la sostenibilità e le risorse umane.Un quarto del campione italiano, per esempio, non presenta l'azienda ai potenziali candidati e quasi la metà non informa sulle posizione aperte sul proprio sito. Si riscontra, infine, maggiore efficacia nella creazione di un dialogo con gli stakeholder attraverso i social media o, più semplicemente, mettendo in evidenza i contatti online. Le performance italiane relativamente ai criteri legati a social media e motori di ricerca sono migliorate di sette punti percentuali rispetto allo scorso anno ma non superano il 30% del punteggio massimo, mentre è aumentato il divario rispetto alle performance europee.Quest'anno è incrementato anche il numero delle aziende (tre su cinque), che presenta sul proprio sito un collegamento ai propri account sui social media. Nella maggior parte dei casi vengono solo presentate le icone dei diversi canali, solo il 20% spiega o integra contenuti social media all'interno dei siti. All'interno dei vari canali social media i risultati variano parecchio. Per esempio, il 46% delle società offre almeno le informazioni di base su LinkedIn che risulta essere il canale aziendale preferito, ma pur sempre poco utilizzato rispetto all'Europa dove il 66% delle top 100 si presenta su LinkedIn. L'86% delle società ha un articolo con qualche informazione su Wikipedia, gestita da editori indipendenti.