Economia

Bilancio 2020. La GdF scopre 3500 evasori totali e appalti irregolari per 5 miliardi

Redazione Economia lunedì 21 giugno 2021

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato il generale Giuseppe Zafarana, comandante della Guardia di finanza, in occasione del 247° anniversario di fondazione della Gdf

Interventi a tappeto sul territorio per contrastare l’economia illegale che durante la pandemia ha continuato a prosperare: dalla "classica" evasione fiscale alle frodi su gel igienizzanti e mascherine, dal gioco d’azzardo irregolare alle truffe sul reddito di cittadinanza. La Guardia di Finanza non ha rallentato la sua attività nel 2020 e grazie ad una strategia fondata sull’incrocio delle informazioni contenute nelle banche dati, quelle fiscali e quelle delle forze di polizia, è riuscita a ad arginare almeno in parte alcuni fenomeni. Il ricco bilancio dell’attività dell’anno scorso è stato reso noto nel giorno in cui si celebrava il 247esimo anniversario di Fondazione delle Fiamme Gialle. Il primo dato che emerge è come sempre legato agli evasori totali, 3.546 quelli scoperti di cui 921 a livello internazionale, con attività d'impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti all'amministrazione finanziaria (molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico) e 19.209 lavoratori in nero o irregolari. Le frodi consumate ai danni del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 273 milioni di euro, mentre si attestano su circa 211 milioni quelle nel settore della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con 9.169 soggetti denunciati. Per quanto riguarda gli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari a seguito di mirati controlli basati su analisi di rischio, è stato di oltre 5 miliardi di euro: di cui circa 632 milioni riconducibili al settore sanitario.

Nel contrasto degli illeciti doganali sono stati eseguiti 40 mila interventi finalizzati a ricostruire la filiera distributiva delle merci illecitamente introdotte sul territorio nazionale, con una particolare attenzione ai dispositivi di protezione individuale e agli altri beni utilizzati per fronteggiare la pandemia. Le Fiamme Gialle hanno dedicato particolare attenzione proprio alle frodi legate ai prodotti sanitari con 3,2 milioni di beni sequestrati, alcuni dei quali commercializzati con ricarichi sino al 6mila per cento rispetto al prezzo di acquisto. Sono state denunciate 1.347 persone per i reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione, constatate sanzioni amministrative in 310 casi e sequestrati circa 71,7 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale, nonché circa 1 milione di confezioni e 160 mila litri di igienizzanti (venduti come disinfettanti).

Tra i controlli in materia di prestazioni sociali agevolate la Guardia di Finanza ha realizzato un dispositivo specifico per contrastare l’"illecita apprensione del reddito di cittadinanza". Gli interventi in questo ambito, anche con il contributo dell'Inps, sono stati indirizzati in maniera puntuale e selettiva nei confronti delle posizioni connotate da concreti elementi di rischio e hanno permesso di intercettare oltre 50 milioni di euro indebitamente percepiti e circa 13 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi, nonché di denunciare all'Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore, 5.868 persone. Tra le quali, si legge nel rapporto delle Fiamme Gialle, «soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva».

Non sono mancati gli interventi di contrasto ad attività più tradizionali come il contrabbando con 346 tonnellate di sigarette illegali sequestrate, 2300 persone denunciate per ricliclaggio per un giro d’affari stimato di 1,9 miliardi di euro e 27,7 milioni di euro sequestrati per usura. Individuate infine 275 agenzie clandestine per il gioco d’azzardo con una base imponibile evasa di circa 500 milioni di euro.