Economia

I dati. Rapporto Bes, l'Italia peggiora su istruzione e formazione dei giovani

Paolo M. Alfieri giovedì 20 aprile 2023

Crescono le diseguaglianze tra territori (soprattutto Nord-Sud) e lo svantaggio della popolazione femminile, ma è soprattutto riguardo al benessere tra i giovani, sia nell’ambito della formazione che dell’avvio al lavoro, che l’Italia fa registrare passi indietro su diversi aspetti rispetto alla situazione del 2019, ovvero quella precedente al Covid. E’ una fotografia netta quella che arriva dal rapporto Bes curato dall’Istat, che segnala anche come la pandemia abbia inciso con una significativa riduzione della speranza di vita alla nascita nel 2020 a livello nazionale (scesa a 82,1 anni), solo parzialmente recuperata nel 2021 (82,5 anni) e nel 2022 (82,6).

​Famiglie in difficoltà

Dei 109 indicatori per cui sono presenti dati utili a effettuare i confronti, oltre la metà degli indicatori (53,2%) ha registrato un miglioramento superando, nell’ultimo anno disponibile, il livello del 2019; un terzo si trova invece su un livello peggiore rispetto al 2019, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici. I progressi sono stati più diffusi negli ambiti Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, con oltre il 72% degli indicatori su livelli che indicano un miglioramento rispetto al 2019. Tra gli ambiti caratterizzati dall’andamento complessivamente più critico negli ultimi 3 anni si trovano invece Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Benessere economico e Istruzione e formazione, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento. In particolare, nel caso del Benessere economico peggiora la percezione della situazione economica della famiglia, con un incremento di quasi 10 punti percentuali della quota di famiglie che dichiarano che la propria situazione economica è peggiorata rispetto all’anno precedente (35,1% nel 2022) Nel dominio Ambiente sono sempre più evidenti i mutamenti delle condizioni climatiche, in particolare l’aumento delle temperature e degli eventi estremi, testimoniato dagli indicatori sulla durata dei periodi di caldo, la siccità e gli eventi alluvionali.

​I giovani

Il rapporto 2022 sottolinea come siano stati soprattutto giovani e bambini a pagare per le restrizioni imposte dal Covid. Le condizioni di benessere psicologico dei ragazzi di 14-19 anni, nel 2021, sono peggiorate: il punteggio di questa fascia di età (misurato su una scala in centesimi) è sceso a 66,6 per le ragazze (-4,6 punti rispetto al 2020) e 74,1 per i ragazzi (-2,4 punti rispetto al 2020). Negli anni di pandemia sono proprio i giovani tra 14 e 19 anni gli unici ad aver conosciuto un deterioramento significativo della soddisfazione per la vita, con la percentuale di molto soddisfatti che è passata dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021. E se gli adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale erano nel 2019 il 3,2% del totale, nel 2021 tale percentuale è raddoppiata (6,2%); si tratta di circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. “D’altra parte – sottolinea Gian Carlo Blangiardo Presidente dell’Istat -, gli stessi fenomeni di bullismo, violenza e vandalismo a opera di giovanissimi, che negli ultimi mesi hanno occupato le cronache, sono manifestazioni estreme di una sofferenza e di una irrequietezza diffuse e forse non transitorie”.

Diminuisce dal 20,9% al 18,6% lo svolgimento tra i giovani dell’attività sportiva e cresce, tra i 14-17enni, la quota di consumatori di alcol a rischio (23,6%). Tra il 2019 e il 2021, la percentuale di giovani di 14-24 anni che dichiarano di incontrarsi con gli amici almeno una volta a settimana è inoltre crollata dall’89,8% al 73,8%. In questa fascia di età è anche calata la percentuale di chi si dichiara molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari (-4 punti). Diminuisce poi (dall’86,1% al 78,3%) la quota di ragazzi tra 14 e 19 anni nelle regioni del Mezzogiorno che dichiarano di avere parenti, amici o vicini su cui contare.

Riguardo al lavoro, poi, nel 2019 in Italia il tasso di occupazione dei giovani di 25-34 anni era il più basso di tutti i paesi europei, con una distanza particolarmente ampia per le ragazze. Con l’arrivo della pandemia, la situazione dei giovani sul mercato del lavoro si è ulteriormente deteriorata, soprattutto per le donne, il cui tasso di occupazione ha subito le perdite maggiori. L’Italia ha un triste primato in Europa per la numerosità dei giovani tra 15 e 29 anni che non sono più inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa, noti come Neet. Molto elevato anche l’abbandono scolastico: nel 2021 erano al 12,7% i 18-24enni usciti dal sistema di istruzione senza un diploma o una qualifica. Il Mezzogiorno, poi, soltanto nel corso del 2020, ha perso 21.782 giovani laureati.

​Ambiente

Sul fronte ambiente, il Bes segnala anche come "nel 2021 risalgono le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti (o gas effetto serra) generate dalle attività economiche e dalle famiglie, raggiungendo il valore di 7,0 tonnellate di CO2 equivalente per abitante; viene recuperata, in parte, la riduzione registrata nel 2020 dovuta alle restrizioni imposte nel periodo del lockdown”. Inoltre, "sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in termini di temperature e precipitazioni - osserva il rapporto -. Nel 2022 si accentua il fenomeno, già osservato nel 2021, che vede una media di 40 giorni di caldo intenso annui (+34 giorni rispetto alla mediana del periodo climatico di riferimento 1981-2010). L'intensità dei giorni di caldo è ancora più marcata al Centro, con 55 giorni di caldo durante l'anno (+52 rispetto al periodo climatico di riferimento). La crescita è distribuita su tutto il territorio del Paese".