Economia

Randstad Workmonitor. La crisi è grave, ma i lavoratori italiani credono nella ripresa

martedì 22 gennaio 2013
La quasi totalità dei lavoratori italiani giudica grave la situazione economica del proprio Paese, ma la maggioranza si aspetta un miglioramento nel 2013. Nonostante la consapevolezza che la situazione di crisi investa anche le organizzazioni, inoltre, più della metà dei dipendenti si aspetta di ricevere un aumento di stipendio nel 2013 e otto su dieci sentono di meritare una ricompensa finanziaria o un bonus una tantum. E' una prospettiva eccentrica quella che emerge per l’Italia dal Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata nell'ultimo trimestre 2012 dalla multinazionale olandese Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane. L’ultima edizione 2012 del Randstad Workmonitor ha tracciato il bilancio di fine anno dei lavoratori in 32 Paesi del mondo, analizzando in particolar modo le prospettive di carattere finanziario riguardo agli Stati e alle organizzazioni di appartenenza. Per i lavoratori italiani si evidenzia un curioso bipolarismo che costituisce un'eccezione nel panorama internazionale: accanto ad una percezione della crisi particolarmente profonda, la ricerca mostra per l'Italia una fiducia nel futuro superiore alla media anche rispetto a Paesi con performance economiche più positive.“Credo sia interessante questa dicotomia del lavoratore italiano - dichiara Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad - per cui da un lato ha consapevolezza dell'incerta situazione economica e nel contempo ha elevate aspettative in termini di carriera e aumenti retributivi. In Italia vi sono realtà promettenti e profittevoli, ma in questo momento bisogna essere realisti e forse un po' meno 'naif', in quanto i dati, da quelli demografici a quelli relativi alla competitività e alla pressione fiscale, sono preoccupanti. Una visione ottimistica e positiva, comunque, aiuta sempre a reagire con motivazione ed è questo che spesso caratterizza il nostro Paese anche nei momenti più cupi”.Il clima socialeEntrando nel dettaglio dei risultati, il 94% dei lavoratori italiani definisce “negativa” la situazione economica nel proprio Paese, contro il 61% della media globale. La percezione degli italiani è tra le peggiori al mondo, superata solo dalla Grecia (98%) e dalla Spagna (96%), al pari dell'Ungheria. Tra i Paesi europei i cui lavoratori definiscono la situazione economica nel Paese 'buona', si segnalano in particolare Stati al di fuori della zona Euro, come Norvegia (94%), Svizzera (87%) e Svezia (74%). Nonostante questo, la maggioranza dei lavoratori italiani, il 63%, si dice fiduciosa riguardo al futuro economico del Paese. A livello globale si evidenziano invece due marco-tendenze. Da un lato, ci sono gli Stati in cui la crisi economica è sentita a tal punto da non far intravedere margini di miglioramento nell'immediato futuro (15 Paesi, di cui dieci in Europa). Dall'altro, ci sono quelli in cui la percezione della crisi economica oscilla fra positività e preoccupazione, ma la prospettiva futura è più ottimistica (tra cui Germania e Danimarca in Europa e le economie emergenti).In questo contesto, il posizionamento dell’Italia disegnato dai giudizi dei lavoratori rappresenta una vera anomalia. La nostra penisola infatti risulta sopra la media nella descrizione di un Paese in seria difficoltà, con una percezione della crisi paragonabile a quella di Grecia o Spagna, piegate da un tracollo finanziario, o dell'Ungheria, in pieno deficit di democrazia. Ma l'Italia è contemporaneamente al di sopra la media anche nella previsione di un miglioramento a breve, al pari di alcuni mercati emergenti come quelli asiatici e degli Stati del Nord Europa (Norvegia, Danimarca) che si contraddistinguono per una superiore qualità della vita ed una maggiore competitività di mercato. I lavoratori italiani condividono questa percezione con quelli americani per i quali però la tendenza all’ottimismo futuro sembra più giustificata da alcuni buoni indizi come i segnali occupazionali, l'introduzione dei un light welfare state nella sanità, il governo democraticamente eletto. La situazione italiana stupisce ancor di più se si analizza la prospettiva della Svezia, che si distingue per una valutazione positiva dell’andamento attuale del loro paese, ma guarda con molta prudenza al futuro, nonostante le migliori performance fatte registrare dal Paese nel recente studio Better Life Index (Ocse).Le organizzazioniIl sostanziale ottimismo degli italiani trova conferma anche nell'indagine del Randstad Workmonitor relativa alla situazione finanziaria dei datori di lavoro. Solo la metà dei lavoratori italiani ritiene che la sua organizzazione presenti un buon rendimento finanziario (il 53% contro il 72% della media globale). Ma ben tre quarti (il 75%, contro il 66% della media) si aspettano che questa prestazione migliorerà nel prossimo anno. Ad attendersi sviluppi positivi per il prossimo anno sono in particolare i lavoratori di Brasile (86%), India (92%) e Hong Kong (91%), mentre quelli di Grecia (32%), Lussemburgo (38%) e Giappone (39%) appaiono i più cauti nel panorama globale. Anche se solo tre lavoratori italiani su dieci hanno ricevuto un aumento di stipendio lo scorso anno (il 29% contro il 55% della media globale), il 56% si aspetta di riceverne uno nel 2013 (il 64% a livello globale). E nonostante la situazione economica negativa, più di otto su dieci dipendenti italiani sentono di meritare una ricompensa finanziaria o un bonus una tantum (84%, più della media globale pari al 76%), benché solo il 65% si aspetti realmente di riceverne uno alla fine di questo anno, una percentuale comunque più alta della media, pari al 53%. Ricevere un regalo di Natale o di fine d'anno è prassi comune in solo la metà dei Paesi oggetto dell'indagine (48%) e soprattutto nei Paesi Bassi (83,3%), l'India (73,1%) e la Cina (70,9%). In Italia meno della metà dei datori di lavoro (45%) è solito distribuire regali, ma più della metà (57%) dei dipendenti si aspetta di riceverne uno quest'anno.Indagini trimestrali ricorrenti Randstad Mobility IndexIl Randstad Mobility Index, l'indice che fotografa la probabilità di un lavoratore di cambiare lavoro entro i prossimi 6 mesi, è salito a quota 108 a livello globale, il livello più alto degli ultimi due anni. Ciò significa che oggi si aspettano di essere impiegati altrove più dipendenti rispetto a quelli di tutti i trimestri precedenti. L'11% dei lavoratori è attivamente alla ricerca di un nuovo posto di lavoro, l'1% in meno rispetto al terzo trimestre.Fiducia nella ricerca di lavoroLa fiducia nella ricerca di un lavoro diverso è scesa a livello globale dal 69% del terzo trimestre al 67% attuale. La fiducia nella ricerca di un lavoro paragonabile invece è leggermente scesa al 63%, lo stesso livello del secondo trimestre. Il livello di fiducia più basso si registra in Giappone (36%), il più alto in India (90%).Soddisfazione lavorativaL'Italia si colloca al quarto posto nel mondo per soddisfazione lavorativa (76% dei lavoratori, pari merito con la Danimarca), dopo India (84%), Messico (81%) e Norvegia (78%). Il Giappone è il Paese con la percentuale inferiore di lavoratori soddisfatti (38%). La Svezia mostra il maggior aumento di soddisfazione rispetto al trimestre precedente (+10%) , la Danimarca il maggior calo (-7%).Motivazione personaleIn Italia otto lavoratori su 10 sono concentrati su come ottenere una promozione (il 53% si dicono “piuttosto concentrati”, il 28% “fortemente concentrati”). In Europa, i dipendenti di Francia (-4%) e Svizzera (-8%), sono quelli che evidenziano il maggior calo nella motivazione personale rispetto al trimestre precedente, quelli ungheresi il maggior aumento (+8%).