Economia

Randstad. In Italia sei milioni di lavoratori in meno nel 2050

Redazione Romana giovedì 7 dicembre 2023

Un lavoratore anziano

Per ragioni demografiche, in Italia la popolazione in età lavorativa sta subendo un costante declino e di questo passo si stima scenderà quasi di sei milioni da oggi al 2050. Mentre cala la platea di potenziali lavoratori a causa dell'invecchiamento e della crisi della natalità, le imprese richiedono profili con competenze difficili da reperire e aumenta il tasso di posti di lavoro vacanti. La cosiddetta talent scarcity (scarsità di talenti) oggi rappresenta una vera e propria emergenza da affrontare per la nostra economia, spiega Understanding Talent Scarcity, il rapporto con cui Randstad ha analizzato la situazione economica in 15 nazioni industrializzate (oltre all'Italia, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, India, Olanda, Polonia, Spagna, Regno Unito e Usa) evidenziando le dieci tendenze in atto per comprendere e contrastare questo fenomeno globale. Una scarsità di talenti è ormai una sfida da affrontare per tutti i paesi analizzati, come conseguenza degli effetti demografici (la percentuale della popolazione mondiale over 60 quasi raddoppierà dal 2015 al 2050, dal 12% al 22%) e di diversi altri fattori, tra cui un rallentamento delle migrazioni che negli ultimi tre anni ha limitato il movimento di risorse qualificate e reso il mercato del lavoro globale meno efficiente. «Oggi la talent scarcity - spiega Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad - è già una realtà nel nostro mercato del lavoro, ma le prospettive indicano un potenziale peggioramento che nei prossimi anni potrebbe mettere a dura prova la capacità di fornire un numero sufficiente di lavoratori per soddisfare le richieste delle imprese. Stiamo assistendo a un ulteriore invecchiamento della forza lavoro, un aumento dei pensionamenti e un declino di alcune attività: una situazione che richiede investimenti in formazione, efficienza, politiche industriali, ma anche mobilità di candidati, anche dall'estero, per coprire i posti di lavoro vacanti». Per contrastare la talent scarcity è necessario incoraggiare lavoratori anziani a rimanere attivi, gestire politiche migratorie per attrarre talenti qualificati, aumentare l'adozione della tecnologia per incrementare produttività e efficienza, sfruttare le opportunità degli "hub globali dei talenti", cioè quelle aree anche lontane che forniscono risorse qualificate operanti da remoto. «In questo scenario, la nostra ambizione è diventare un vero e proprio "partner per il talento" - prosegue Ceresa - progettando soluzioni innovative per contrastare la scarsità di risorse umane, partendo dalla conoscenza profonda delle esigenze dei candidati e delle organizzazioni».