Economia

L'allarme. Quei 100mila giovani in fuga dal Meridione

Paolo Ferrario sabato 5 marzo 2016
Continua l’emorragia di giovani dalle regioni del Sud Italia. Il (nuovo) allarme arriva dai Consulenti del lavoro, riuniti a convegno a Sciacca (Agrigento), con la presidente nazionale Marina Calderone. Ogni anno, se ne vanno in centomila, di cui la maggioranza (circa 60mila persone) si disperde in Europa e oltre, mentre i restanti 40mila si fermano nelle province settentrionali. A spingere tutti a lasciare la propria casa è la necessità di trovare un lavoro, ancora un miraggio per tanti, troppi under 40. «Nel 2015 – spiega il vicepresidente nazionale dei Consulenti del lavoro, Vincenzo Silvestri – nella fascia d’età fra i 15 e i 24 anni si sono persi 7mila posti di lavoro rispetto al 2014, e in quella compresa fra 35 e 49 anni il calo è stato di 69mila unità». A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile è così risalito al 39,3%, arrivando al 56% tra gli under 24, secondo l’ultimo rapporto dello Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. «L’aumento dell’occupazione nel 2015 registrato dall’Inps, dall’Istat e dal governo – prosegue Silvestri riguarda prevalentemente gli over 50, per via dell’innalzamento dell’età pensionabile e delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti precari. Nel 2015 – ricorda il vicepresidente nazionale dei Consulenti del lavoro – dei 764.129 rapporti di lavoro a tempo indeterminato in più rispetto al 2014, 578.081 sono trasfor-mazioni; in Sicilia su 33.204 posti stabili in più, 18.123 sono trasformazioni e solo circa 7mila sono le assunzioni di giovani». La platea di giovani disoccupati è così aumentata a quasi 2 milioni, nonostante «ogni anno – sottolinea Silvestri – 100mila giovani lascino il Sud» e molti di questi «vadano all’estero o per conseguire un titolo universitario più facilmente spendibile oppure per lavorare. Le mete più gettonate sono Inghilterra, Germania, Spagna, Romania, Balcani, Paesi Arabi e Cina». Del bacino di giovani che restano in Italia, 1 milione e 723mila sono i «Neet» (di età fra 15 e 29 anni che non studiano e non cercano lavoro) censiti dal monitoraggio del ministero del Lavoro del 26 febbraio sull’attuazione del programma Garanzia giovani. Di questi il 55% (979mila unità) si sono registrati sulla piattaforma del programma per favorire l’occupazione giovanile.Secondo gli ultimi dati, diffusi ieri dal Ministero del Lavoro, gli iscritti a Garanzia giovani sono 630.455, 5.902 in più della scorsa settimana, con un incremento del 9,7% rispetto al 31 dicembre 2015, data che segna la conclusione della “fase 1” del programma. Tra questi, sono 291.883 quelli cui è stata proposta almeno una misura del programma, 3.164 in più della scorsa settimana, con un incremento, rispetto al 31 dicembre 2015, del 14,8%. Intanto, insieme con Garanzia giovani, in Campania nasce «Garanzia over », «una misura – rileva una nota della Regione – che potenzia il programma “Ricollocami” attraverso un’esperienza lavorativa in azienda, finalizzata all’occupabilità, i cui beneficiari non siano più percettori di ammortizzatori sociali in deroga e che attualmente non percepiscano nessun sostegno al reddito». «Sono stati stanziati 10 milioni di euro – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri – per il reinserimento nelle aziende campane di lavoratori espulsi dai cicli produttivi, che percepiranno 800 euro al mese per 6 mesi, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso e incentivare la successiva assunzione con un bonus di 7mila euro».