Economia

Normativa/1. Ora la legge dà trasparenza e qualità a tre milioni di professionisti

Giovanna Sciacchitano sabato 18 maggio 2013
Tributaristi, amministratori di condominio, consulenti di direzione, manager del sociale, grafologi, counselor e altre decine di attività hanno, dopo un decennio di attesa, un riconoscimento grazie alla legge 4/2013 sulle professioni non regolamentate, entrata in vigore nello scorso febbraio.La nuova normativa coinvolge oltre tre milioni di professionisti e allinea l'Italia ai principi dell'Unione europea che prevedono la libera circolazione dei lavoratori e il riconoscimento della professionalità. «La legge andava fatta altrimenti l'Italia avrebbe dovuto pagare delle sanzioni – afferma Ivan Guizzardi, segretario generale Felsa-Cisl  (Federazione lavoratori somministrati autonomi atipici) - e riconosce le libere associazioni nel rispetto delle regole di concorrenza e con lo scopo di promuovere la qualificazione professionale degli operatori. In sostanza, con le nuove norme si è professionisti anche senza essere obbligatoriamente iscritti ad un ordine». Nella disciplina sono comprese figure relativamente recenti in settori diversi, dai servizi alla persona a quelli per le imprese, che muovono fatturati ed utili per diversi punti percentuali del Pil nazionale.«La legge dà strumenti maggiori all'utenza nell'identificare il professionista di maggiore qualità, professionalità e competenza – spiega Emiliana Alessandrucci, direttrice del Colap (Coordinamento libere associazioni professionali) -. Non si tratta di una regolamentazione vera e propria, ma di una messa in trasparenza delle competenze dei percorsi formativi». La norma prevede la possibilità di costituire associazioni professionali abilitate a rilasciare un attestato ai propri iscritti a tutela dei consumatori e della trasparenza del mercato. In questo modo si conferma la regolare iscrizione all'associazione, il possesso dei requisiti necessari, degli standard qualitativi e di qualificazione, di garanzie, fra cui l'attivazione di uno sportello di riferimento per il consumatore, l'eventuale possesso di un'assicurazione per la responsabilità professionale e di una certificazione rilasciata da un organismo accreditato. «Il professionista che riceve un attestato dall'associazione a cui è iscritto è in possesso di una sorta di "superbollino blu" che può utilizzare per promuovere l'attività professionale – continua Alessandrucci -. Le associazioni che già esistevano erano organizzate in questo modo. Con la legge a questa attestazione è stata data una maggiore struttura e un valore aggiunto». Perché la norma possa essere applicata pienamente è necessario che venga redatto un elenco delle associazioni professionali da parte del ministero dello Sviluppo economico. «Ad oggi non è ancora chiusa l'istruttoria per l'iscrizione delle domande presentate – precisa la direttrice -. Ci auguriamo che avvenga al più presto».  Secondo Guizzardi questa legge colma un'importante lacuna che negli anni era divenuta sempre più evidente. «Già il Cnel aveva costituito a questo scopo un registro delle professioni non regolamentate – sottolinea -. E più volte nel passato aveva rimarcato la necessità di promuovere una proposta di legge specifica. La legge attuale è a tutela dei veri operatori professionali. Non solo codifica, ma tutela. Dà la possibilità di organizzarsi sotto forma individuale, di società o di associazioni».L'obiettivo del provvedimento, come spiega la direttrice del Colap, è «premiare chi studia, fa formazione permanente e si "sottomette" a un codice deontologico, stipula un'assicurazione e ha un attestato». Si realizza una specie di "vetrina" attraverso gli elenchi delle associazioni. «Lo sportello serve a dare informazioni sul professionista – incalza -, ma anche per gestire e ricevere eventuali reclami». La certificazione è invece una facoltà ed è rilasciata dagli organismi di certificazione accreditati presso Accredia, l’ente italiano di accreditamento. «L'Uni, ente nazionale italiano di unificazione, sta lavorando ai tavoli tecnici di alcune professioni per redigere i manuali sulla base dei quali rilasciare la certificazione - chiarisce Alessandrucci -. A differenza dell'attestato, però, va detto che si tratta di una fotografia statica del professionista e della sua attività, mentre l'attestazione rilasciata dall'associazione ha un valore in continuum». Grazie a questa legge, dunque, molte professioni, che non rientrano fra quelle organizzate in ordini o collegi, hanno uno status ed escono dal "limbo" entro cui erano confinate.