Economia

L'analisi. Laureati e lavoro, la crisi spinge gli addetti in Produzione

mercoledì 8 agosto 2012
​Un maggior impiego nelle aree funzionali legate alla Produzione, una flessione in quelle collegate alla Ricerca e Sviluppo, mentre viene dimezzata l’occupazione nelle Risorse Umane: in periodi di crisi le aziende preferiscono dedicare la nuova forza lavoro uscita dall’università a mansioni più “concrete” e meno “realizzative”. Emerge qualche sorpresa anche nella retribuzione legata alle diverse aree di afferenza.Lo rivela una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca che ha rielaborato i dati delle indagini Stella-Cilea sull’occupazione dei laureati dal 2008 al 2011, confrontandoli con quelli della banca dati Excelsior-Unioncamere che monitora il fabbisogno di personale di oltre 100 mila aziende italiane (vedi excel). L’analisi, coordinata da Paolo Mariani, professore straordinario di Statistica Economica, con la collaborazione dell’Ufficio di supporto alla valutazione dell’Ateneo, offre un quadro molto completo che spazia tra le aree funzionali in cui le aziende impiegano i laureati oltre che tra le retribuzioni in relazione alle aree stesse.«Secondo l’indagine Stella, con riferimento all’anno 2010, i destini aziendali dei laureati presso l’Università Milano Bicocca durante la crisi raccontano di un impiego diffuso in ogni area aziendale pur con intensità diverse», afferma Paolo Mariani. «Oltre la metà dei laureati (53,4%) – prosegue Mariani - viene inserito nell’area di Produzione, che rappresenta di gran lunga il maggior catalizzatore occupazionale con la maggiore variabilità di professioni di tipo intellettuale contenute in essa (ovvero impiegati di concetto ed esecutivi), seguito con il 10,4% da Amministrazione, contabilità e controllo di gestione, e da Ricerca e sviluppo con il 9,5%».L’area Commerciale e distribuzione si pone al 5,3% seguita da altre aree tutte al di sotto del 4%: Progettazione (3,9%); Risorse Umane e Organizzazione (3,6%); Marketing (3,3%); Sistemi informativi e reti (3,3%); Finanza (2,3%); Comunicazione e relazioni pubbliche (2,1%); Qualità sicurezza e ambiente(1,7%); Legale (1,2%). Dal 2007, periodo pre-crisi, a oggi, le aziende hanno quindi privilegiato il posizionamento dei laureati nelle aree di produzione (+23,2%),  di Sistemi informativi e reti (+10,8%) e in quelle legate all’ Amministrazione, contabilità e controllo di gestione (+8,3%). A perdere posizione sono state in particolar modo le aree delle Risorse Umane e Organizzazione (-47,3%), del Marketing (-37,0%) e della  Comunicazione e relazioni pubbliche (-31,7%).I dati sui destini occupazionali dei laureati in Bicocca appaiono in linea anche con alcune richieste di profili professionali dell’indagine Excelsior per l’Italia per lo stesso anno: ad esempio, la richiesta di profili di Esperti legali può essere paragonata a quella di impiego nell’area Legale (1,3% vs 1,2%) oppure gli Specialisti di problemi del personale e dell’organizzazione del lavoro con i laureati assunti nell’area Risorse Umane e Organizzazione (2,8% vs 3,6%). «Un dato interessante proviene dall’area Ricerca e sviluppo – continua Paolo Mariani - che, pur offrendo una retribuzione tra le più contenute (negli ultimi quattro anni ha superato i 1.000 Euro solo nel 2008), rimane ancora appannaggio dei più bravi: il 68,4% dei laureati impiegati in questa area hanno un voto di laurea compreso tra il 106 ed il 110 e lode. In calo rispetto al periodo pre-crisi ma ancora fortemente significativo».«Rispetto alla retribuzione - conclude il professor Mariani -  nell’ultima rilevazione i laureati occupati nell’area Finanza guadagnano quasi il doppio di quelli inseriti nell’area Legale, (1.160 euro vs 668 euro). A superare la soglia dei 1.100 euro ci sono anche i laureati che lavorano nell’area Sistemi informativi e reti, mentre la soglia dei 1.000 euro è varcata dai dottori impiegati nelle aree: Progettazione; Risorse Umane e Organizzazione;  Amministrazione, contabilità e controllo di gestione; Comunicazione e relazioni pubbliche; Produzione; Commerciale e distribuzione. Fanalino di coda, con una retribuzione sotto i 1.000 euro, l’area Ricerca e sviluppo; Marketing; Qualità sicurezza e ambiente».