Economia

Ricerca Accenture. Dieci milioni di posti nel digitale nei Paesi del G20

lunedì 15 settembre 2014
L’abolizione delle barriere che limitano l’imprenditorialità consentirebbe la creazione di 10 milioni di posti di lavoro nei Paesi del G20. Il 74% degli imprenditori intervistati da Accenture prevede inoltre di reclutare giovani lavoratori nel 2014, ma individuano nella carenza di adeguate competenze un ostacolo alla crescita e alla creazione di occupazione.  È quanto emerge dallo studio realizzato da Accenture e dal G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (G20 YEA), The promise of digital entrepreneurs: creating 10 million youth jobs in the G20 countries, che analizza le opinioni di oltre 1.000 imprenditori a livello globale, mettendo in evidenza i fattori che limitano la creazione di nuovi posti di lavoro e quindi la crescita economica dei Paesi che fanno parte del G20. Secondo la ricerca, l’85% degli imprenditori intervistati ritiene di avere un ruolo cruciale nella creazione di posti di lavoro per i giovani; nonostante ciò si trova ad affrontare una serie di sfide, tra cui l’accesso ai finanziamenti, il sostegno all'innovazione, l’internazionalizzazione e l'accesso alle giuste competenze. Secondo lo studio, molti imprenditori ritengono che sia possibile fare di più per promuovere la creazione di posti di lavoro per i giovani nel proprio Paese, ma solo un quarto (26%) considera rilevanti ed efficaci le azioni intraprese dal proprio governo per sostenere la creazione di lavoro giovanile.  Inoltre, più della metà (54%) cita la mancanza di incentivi come un ostacolo all’assunzione di nuova forza lavoro."Anche se non esiste una soluzione semplice al problema della disoccupazione giovanile - ha dichiarato Bruno Berthon, responsabile Cross-Industry di Accenture Strategy - questo studio fornisce evidenze che suggeriscono come gli imprenditori possano svolgere un ruolo chiave nella creazione di occupazione I politici sono consapevoli dell'importanza del ruolo degli imprenditori. Tuttavia, le tecnologie digitali stanno abilitando e accelerando l'imprenditorialità e, in molti casi, il contesto legislativo e normativo sta faticando a tenere il passo. I Paesi che saranno in grado di promuovere e sostenere l’imprenditorialità riusciranno a creare nuovi posti di lavoro, a risanare la crescita e migliorare la qualità complessiva della vita dei propri cittadini".Una delle principali preoccupazioni che accomuna gli imprenditori di tutti i settori, dalla produzione ai servizi, di imprese giovani e meno giovani, è la carenza di competenze disponibili. Più di tre quarti (78%) degli intervistati afferma di avere difficoltà nel trovare le giuste competenze, e il 62% inserisce la carenza di competenze fra le prime tre problematiche riscontrate in fase di recruiting. Molti imprenditori inoltre segnalano la difficoltà nel reperire finanziamenti sufficienti, un problema che non si limita solo alle nuove imprese. Il 32% degli imprenditori che cercano di espandersi a livello globale classificano infatti l'accesso ai finanziamenti fra le prime tre preoccupazioni, e il 59% delle imprese che affrontano questo problema è in attività da più di tre anni. Secondo lo studio, le aziende orientate all’innovazione e all’esportazione hanno più possibilità di creare nuovi posti di lavoro.•    Il 91% degli imprenditori che gestiscono attività orientate all’innovazione sono più sicuri di creare posti di lavoro rispetto a quelle imprese in cui l'innovazione viene considerata meno importante (61%). La strategia di Open innovation, che aiuta le imprese ad affrontare la trasformazione in un mondo in cui le tecnologie digitali e mobile sono sempre più diffuse, è vista dai tre quarti (76%) degli imprenditori come supporto per l’innovazione nella propria attività, e l’86% afferma di collaborare con i clienti per creare offerte.•    Nove imprenditori su dieci (91%) considerano la strategia di Open innovation un importante fattore di promozione dell'innovazione e si attendono inoltre una crescita dei ricavi, rispetto al 54% di coloro i quali affermano che l’Open innovation non sia importante per il loro business.•    Il 70% delle giovani imprese - nate negli ultimi 12 mesi - stanno già pensando ad un espansione internazionale, considerandosi imprenditori “nati per essere globali”.•    Tuttavia globalizzazione non significa solo posti di lavoro nei mercati esteri; infatti, l’86% degli intervistati si aspetta di aumentare la forza lavoro nel proprio Paese di origine a un ritmo più veloce rispetto a quella che sarà la crescita all’estero. Lo studio mostra anche che l'espansione globale è in grado di creare una serie di sfide per gli imprenditori, come trovare il partner giusto e avere una conoscenza del mercato locale, che includa la comprensione delle normative locali, la ricerca di risorse locali specializzate e il contenimento dei costi logistici."Nel momento in cui un imprenditore punta alla crescita - ha affermato Berthon - riconosce sempre di più la necessità di guardare al di là dei propri confini e dei prodotti e servizi già esistenti. È quindi di grande importanza l’attuazione di politiche a sostegno del rischio e del fare impresa, come risorsa per garantire la ripresa economica in molti mercati che stanno crescendo  entamente a causa della crisi. Altri Paesi stanno adottando politiche a vantaggio delle imprese, ma molte di queste risultano ancora frammentate e insufficienti. Gli imprenditori sono alla ricerca di un contesto normativo semplificato che incoraggi l’Open innovation, e offra loro una  combinazione di incentivi fiscali e un migliore accesso a finanziamenti più flessibili".