Economia

IL PIANO DEL GOVERNO. Sviluppo, una frustata senza nuove risorse

giovedì 10 febbraio 2011
Un bell’abito, ma con poca stoffa. Il pacchetto per la crescita dell’economia è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri, in una riunione durata tre ore. Alla fine la «frustata» tanto evocata da Berlusconi si riduce al disegno di legge costituzionale, che avrà perciò tempi lunghi (sono necessari due esami in ambedue le Camere, con un intervallo di almeno 3 mesi) e che modifica tre articoli della Costituzione - il 41, il 97 e il 118 - per rafforzare la libertà d’impresa. L’altra certezza riguarda la delega al governo per riscrivere la parziale deduzione dell’Irap dalle imposte sui redditi. Per il resto, è tutto un esame preliminare, per di più in assenza di fondi nuovi. Nessun provvedimento, insomma, ha un’immediata efficacia.Malgrado ciò, nella conferenza stampa in pompa magna (circondato da ben 7 ministri, mentre altri 5 sedevano in prima fila, in platea) il presidente del Consiglio ha parlato di «una nuova fase del lavoro di governo, tutta tesa al sostegno dell’economia», aggiungendo non a caso un richiamo alla «stabilità di governo» come condizione posta dagli organismi internazionali. L’obiettivo è arrivare per quest’anno a una crescita dell’1,5%: «Pensiamo che sia il minimo e andremo a migliorare la previsione», ha assicurato il solito, iper-ottimista Cavaliere. La vera cifra del pacchetto discusso ieri l’ha data però Giulio Tremonti: il ministro dell’Economia, anche stavolta il "vincitore" della giornata per aver limitato i danni ai conti pubblici, ha significativamente sottolineato che l’agenda italiana «è dettata e definita dall’Europa in Europa». Per questo, nel suo breve intervento, ha rimandato al piano nazionale di riforme che prenderà corpo in aprile, quando dovrà essere consegnato a Bruxelles: «Questo è quello che conta, il resto sono solo polemiche», ha concluso Tremonti. È stato lui, durante la riunione di governo, a ripetere a più riprese ai suoi colleghi che non potevano presentare provvedimenti che comportavano nuove spese per lo Stato. Una richiesta che avrebbe provocato più di un malumore: per questo alcuni ministri, tra cui soprattutto Paolo Romani, il ministro dello Sviluppo economico, hanno rinunciato all’ultimo a presentare proprie proposte. La stessa fine - rinvio ad altra data - ha subito uno dei provvedimenti più attesi, la prima legge annuale per rafforzare la concorrenza. Potrebbe essere recuperata nell’ambito del tavolo, che sarà coordinato da Roberto Calderoli (sempre con la supervisione di Tremonti), al quale saranno discusse quelle misure per la semplificazione e per snellire le procedure che sono invece le più attese da Confindustria, molto più della modifica dell’art. 41.Libertà d’impresa. Nel nuovo articolo viene inserito il concetto che «è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge». L’operazione è completata dalla riforma dell’art. 97 con cui, ha spiegato il ministro Renato Brunetta, «si costituzionalizza la capacità e il merito», come metro per regolare «la carriera dei pubblici impiegati».Incentivi. È passato anche, sempre in via preliminare perché il testo dovrà tornare in Cdm, il decreto delegato di riforma degli incentivi. La revisione scatterà dal 2012 e Romani ha spiegato che in futuro gli aiuti passeranno solo attraverso 3 strumenti: la categoria dei voucher, il più possibile automatici; gli incentivi erogati in base a bandi di gara; e quelli sulle procedure negoziali per gli investimenti al di sopra dei 20 milioni. Prevista anche una riserva di almeno il 50% dei fondi per le Pmi.Piano casa. Dopo il fallimento dell’iniziativa del 2008, Berlusconi non si arrende e vuole rilanciare il progetto. Tramite un nuovo provvedimento che dovrebbe rimuovere tutti gli ostacoli statali che impediscono al 60% delle case la facoltà di un ampliamento. Calderoli ha annunciato intanto che è in arrivo un decreto per semplificare le procedure nell’edilizia.Irap e Iva. Per l’imposta regionale che finanzia la sanità si punta a dire addio alla deducibilità fissa del 10% per tutti, per passare a uno sconto "personalizzato" tenendo conto «della diversa incidenza» dei fattori capitale e costo del lavoro. Si tratta però di una delega che fissa solo i principi.Piano Sud. Anche qui chi si attendeva misure di attuazione del Piano annunciato a novembre, è rimasto deluso. Ha tenuto una relazione Raffaele Fitto, il titolare degli Affari regionali che ha annunciato l’approvazione soltanto del calendario per i prossimi mesi: una tabella che prevede entro febbraio un confronto con il commissario Ue e le Regioni, nonché la chiusura definitiva della ricognizione delle risorse ed entro il 30 aprile la definizione completa di chi deve fare cosa.Banda larga. ll governo si attiva per ridurre il divario accumulato sulla banda larga. «Inizia oggi il suo percorso di sviluppo, abbiamo deciso il finanziamento di 100 milioni attraverso fondi Fas», ha annunciato il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, dopo il Consiglio dei ministri. Con questi fondi, ha spiegato Romani, si punta «entro metà del 2012 a ridurre a zero il "digital divide", il divario digitale che ha scollegato per anni quasi 8 milioni di persone». Il progetto, che coinvolge anche la Cdp, ha come approdo la banda «a 100 megabit da portare al 50% degli italiani»