Economia

Lotta agli sprechi. I pesci piccoli non si buttano più

Massimo Iondini sabato 28 gennaio 2017

Gli omega 3 del pesce d'ora in poi faranno bene anche alla pelle oltre che alle coronarie di noi umani. Arriva da Bruxelles la decisione di vietare la prassi di ributtare in mare i pesci che finiscono nelle reti dei pescherecci ma che per la loro piccola taglia non rientrano nei parametri della normativa comunitaria e nazionale. Via libera dunque a cosmetici a base di pesce, ma anche ad integratori alimentari e a mangimi. "Questa norma è un nuovo modo di guardare alla blu economy - commenta Federcoopesca - e si aprono nuovi mercati per gli operatori. Anche se dovranno avere a che fare con ulteriori aggravi burocratici. L'auspicio è che, una volta entrata a regime, questa legge diventi uno strumento efficace per una pesca sempre più sostenibile e un contributo tangibile nella lotta agli sprechi".

Con mari e oceani sempre più depauperati ben venga dunque questa nuova legge dell'Unione europea che manda in pensione l'antica pratica di restituire al mare il prodotto non vendibile obbligando in futuro i pescatori a portare a terra e a sbarcare il prodotto fuori taglia. Il pesce dunque come il maiale: non si butta via niente. E ciò che non mangiamo subirà una trasformazione fino a consentire anche l'utilizzo cosmetico e negli allevamenti di pesci e di mammiferi.


Ma per consentire ai pescatori di adattarsi al cambiamento l'obbligo di sbarco sarà introdotto gradualmente entro il 2019 per tutti i tipi di pesca commerciale nelle acque europee. La legge fissa paletti rigidi indicando le specie, le zone di pesca e le imbarcazioni soggette a quest'obbligo, in modo che tutto venga poi tracciato. Dunque presto avremo in commercio prodotti ittici che potranno essere impiegati sia dall'industria cosmetica sia per realizzare integratori alimentari e cibo destinato agli animali domestici. Ma non per l'uso alimentare umano, nemmeno per eventuali scopi benefici.