Economia

Cibo e regole. Produrre la pasta con il grano estero? Per il ministero si può

redazione economia lunedì 25 settembre 2017

Produrre la pasta, prodotto italiano per eccellenza, con il grano importato dall'altra parte del mondo? Secondo il ministero della Salute si può: non c'è motivo di credere che il grano estero non sia sicuro e salubre. Il Piano nazionale ministeriale per il controllo delle micotossine, pubblicato il 18 settembre 2017, non ha rilevato irregolarità in alcun campione di grano importato analizzato.

Nel dettaglio, sono stati analizzati e risultati conformi ai controlli sulle micotossine (aflatossine, deossinivalenolo, ocratossina A, zearalenone) sia i campioni di grano duro proveniente da Messico, Canada, USA, Ucraina, sia quelli di grano tenero proveniente da Ucraina, Canada, Russia, Usa, Moldavia e Kazakhstan. Esultano i pastai italiani che denunciano "una battaglia del grano inutile e autolesionista per l'unità di intenti e la competitività della filiera italiana del grano duro e della pasta".

Le analisi sulle micotossine fanno seguito ai controlli, sempre realizzati dal ministero della Salute, su pesticidi e fitofarmaci (Controllo Ufficiale Sui Residui Di Prodotti Fitosanitari Negli Alimenti), divulgati a giugno. Anche in quel caso, nessun campione di grano duro è risultato fuorilegge.

"Finalmente quello che ribadiamo da anni è stato confermato anche dall'organo di controllo più autorevole: la pasta è buona e sicura - sostiene in una nota Riccardo Felicetti, presidente dei pastai italiani di AIDEPI - Ci auguriamo che questi dati allentino la tensione di questi ultimi mesi, frenando le insinuazioni e le accuse di chi, come Coldiretti, ha strumentalmente lanciato una campagna per screditare la qualità e la salubrità delle materie prime della pasta". Come i presidi al porto di Bari "per annunciare il sequestro di grano importato fuorilegge, o tossico, che si è rivelato poi perfettamente in regola".