Economia

Orienta. Ecco gli svarioni del colloquio di lavoro

sabato 31 ottobre 2015
Il primo passo per trovare un lavoro è saper scrivere un curriculum vitae e presentarsi in modo adeguato a un colloquio di lavoro. Si tratta dei primi contatti con l’azienda in cui si aspira a lavorare, i primi ostacoli da superare per essere assunti. Troppo spesso, però, diamo per  scontato che tutti i giovani sappiano come comportarsi in queste circostanze. L’esperienza quotidiana di coloro che si trovano a dover selezionare i candidati, in alcuni casi, dimostra il contrario. Siamo di fronte storie di 'ordinaria stravaganza' sia nella compilazione dei curriculum vitae e sia nei comportamenti durante un colloquio. Più o meno tutti dovremmo sapere come comportarci in fase di selezione per un lavoro, a volte basta essere naturali, educati, formali e interessati. Molti giovani hanno fatto proprie queste regole basilari, altri, invece, pensano di far colpo in un modo un po’ troppo 'originale'. I casi che qui riportiamo, è utile sottolineare, rappresentano più l’eccezione che la regola. Nella realtà, infatti, la maggioranza dei giovani ha metabolizzato le regole fondamentali per approcciare al meglio la stesura di un curriculum vitae o come sostenere un colloquio di lavoro, tuttavia le eccezioni sono ancora troppe.  Ecco un elenco dei fatti più bizzarri riscontrati nelle filiali di Orienta, un’Agenzia per il Lavoro presente in molte città d’Italia, che ha deciso di rendere nota questa situazione, con l’intento di offrire un contributo al percorso di educazione al lavoro che deve coinvolgere tutti i giovani, nessuno escluso.  Nella compilazione dei curricula, infatti, si può ancora trovare di tutto: dall’inserimento del numero di scarpe alla foto del matrimonio, o in costume sotto il sole, oppure mentre si sollevano pesi in palestra e addirittura foto di gruppo che mettono a seria prova le capacità veggenti del selezionatore che dovrebbe scovare, tra i tanti personaggi della foto, quello giusto! Per non parlare, poi, di chi predilige curriculum scritti su carta colorata e chi si dimentica di inserire le informazioni di contatto come telefono e mail. Ma le cose non migliorano quando ci si presenta ad un colloquio. Una delle cose peggiori che capita talvolta di riscontrare è vedere giovani candidati farsi accompagnare dai genitori, entrambi, oppure dalla fidanzata o dal fidanzato. Un’idea originale del colloquio di gruppo di tipo “familiare”, che prevede, non troppo di rado, la partecipazione attiva degli stessi genitori alle domande di rito. Alcuni atteggiamenti duranti il colloquio, poi, sono da censura. C’è chi si presenta con gli occhiali da sole, chi risponde ad un sms o ad una telefonata mentre sta interloquendo con il selezionatore, chi lo scambia per un amico o un’amica o uno di famiglia, e chi pensa di essere in discoteca o al bar o in un qualsivoglia luogo da “rimorchio” e strizza l’occhio in modo ammiccante. Oppure alcune ragazze che eccedono in un trucco molto appariscente e si vestono in modo inadeguato, come se dovessero andare ad una serata di ballo. Inadeguatezze nell’abbigliamento che coinvolge anche i ragazzi. E’ capitato, poi, che un colloquio di lavoro s’è svolto per l’intera durata con la fidanzata del candidato seduta sulle sue gambe. «Gli errori di questo tipo che riscontriamo di frequente nell’attività di incontro e selezione dei ragazzi – spiega Giuseppe Biazzo, amministratore delegato di Orienta Spa – sono ancora comuni, ma per fortuna non sono la regola. Tuttavia, sarebbe deleterio non parlarne. Denunciarli non vuol dire assolutamente stigmatizzare una parte dei giovani o banalizzare una pratica purtroppo ancora non del tutto debellata. Al contrario, visti i dati record della disoccupazione giovanile che ha superato la soglia del 40 per cento, dobbiamo fare in modo che tutti i ragazzi sappiano affrontare in modo consapevole i passaggi fondamentali per la ricerca di un lavoro. Cercare lavoro è un lavoro, non si può improvvisare. E per metterli nelle migliori condizioni di trovare un’occupazione dobbiamo ripartire anche dai fondamentali, insegnando come si compila un curriculum vitae e si affronta un colloquio di lavoro, predisponendo, se è il caso, un piano nazionale di “educazione al lavoro” in collaborazione tra le scuole e gli intermediari del lavoro». L’elenco, parziale, qui riportato rappresenta un monito ai giovani su cosa non bisognerebbe mai fare in un colloquio di lavoro e cosa non bisognerebbe mai scrive su un curriculum vitae se si vogliono avere delle concrete e reali possibilità di essere presi in considerazione per un impiego. Ovviamente, non è sufficiente “indovinare” questi due passaggi per essere assunti, ma se si sbaglia già in questa fase è davvero dura pensare di poter trovare il lavoro che c’è.