Economia

A San Patrignano. Ora l'industria spinge l'economia sostenibile

Paolo Guiducci venerdì 13 aprile 2018

Gastone, due lauree, collabora per progetti di ricerca con università italiane e straniere. Una trentina di anni fa entrava a San Patrignano vittima della tossicodipendenza. «Gastone è un esempio di come i giovani possano trasformare rabbia e disagio in passione, facendo convergere riscatto e professionalità. In quanto corpo intermedio del paese, Confindustria ha tanto da imparare da lui e da una realtà come San Patrignano, ed è chiamata a compiere un salto di qualità che porti alla creazione di una società più inclusiva e aperta».

Per parlare di sviluppo sostenibile, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha scelto una storia di riscatto, convinto che la crescita non sia il fine ma la precondizione per ridurre i divari sociali. Boccia lo ha ribadito in apertura del Forum sull’Economia Sostenibile, la due giorni organizzata con la Comunità di San Patrignano, in cui oltre 60 tra imprenditori, economisti, rappresentanti delle istituzioni e intellettuali italiani e internazionali si confrontano sul futuro del pianeta e sull’evoluzione globale e locale.

Due le tematiche poste al centro del Forum: sostenibilità e responsabilità. La crescita intelligente? Arancha Gonzàlez, direttore esecutivo presso l’International Trade Centre, ricorda che nonostante i grandi progressi degli ultimi decenni «800 milioni di persone soffrono ancora la fame, assistiamo ancora ad uno spreco annuo di 1,3 miliardi tonnellate di cibo, piangiamo di fronte a milioni di profughi e 1 miliardo di donne che si scontrano ancora con impedimenti legali, amministrativi e sociali. Non possiamo adagiarci sui risultati ottenuti». Gonzalez applaude alla scelta della Ferrero di utilizzare entro il 2020 solo cacao certificato sostenibile. Il continente africano è un caso di sviluppo. Lo ha fatto notare Vera Songwe, prima donna ad occupare il ruolo di Segretario esecutivo della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa: «Nonostante la recessione del 2008, l’Africa cresce e in molti Stati a doppia cifra. E l’Italia è il quinto partner commerciale dell’Africa, un mercato di oltre 2 miliardi di persone e 11 miliardi di dollari. Molte aziende italiane operano nel continente nero; Eni in Ghana opera 7,7 miliardi di investimento nel gas. L’energia è fondamentale ma occorre che sia anche pulita. È necessario accompagnare redditività a sostenibilità ». In questo settore l’Italia può far meglio, fa notare l’ex sindaco di Milano e co-fondatrice di San-Pa, Letizia Moratti: «La Germania investe in Green Bond 7 miliardi, la Francia 14 miliardi, mentre noi appena 1,5 miliardi». Il Forum vuol essere un richiamo all’azione? Boccia anticipa qualche mossa: «Maggiore impegno sui Green Bond e più partnerariato tra privati. L’industria italiana deve recitare un ruolo più attivo anche in altri Paesi più svantaggiati e può costruire un modello di sviluppo da offrire all’intera Confindustria europea».