Economia

ECONOMIA E POLITICA. Ok del Senato al dl Fare Giustizia, governo sotto

Luca Mazza giovedì 8 agosto 2013
Non è stata certo una passeggiata di salute. Ci sono voluti due kappaò e un’accesa discussione in Aula, ma alla fine il governo ha incassato il via libera del Senato al decreto del Fare. Il testo è stato approvato con 190 sì, 67 no e un astenuto. Adesso il maxi-provvedimento – uno dei più corposi di quelli messi a punto dall’esecutivo «di servizio» per numero di misure previste e su vari fronti – è passato alla Camera per la terza lettura. Oggi sarà all’esame delle commissioni di Montecitorio mentre domani è prevista la votazione definitiva, che segnerà anche l’ultimo atto parlamentare prima della pausa estiva.Dopo essere andato sotto già due giorni fa, su un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord per l’abolizione della tassa sui telefonini, ieri il governo è scivolato sul "pacchetto giustizia". Nello specifico l’esecutivo è stato battuto (due volte) su un emendamento che sopprime le nuove norme per l’accesso al concorso per magistrato e su un’altra misura riguardante gli stage per le professioni legali. L’eliminazione della norma che attribuiva ai tirocini negli uffici giudiziari titolo per l’accesso alla gara pubblica senza la pre-selezione non è stata accolta favorevolmente dall’Anm, che vede «depotenziato così uno strumento di grande rilievo per la formazione dei neolaureati e per la migliore funzionalità» del sistema.Sempre sul fronte giustizia è stato accolto anche un ordine del giorno che chiede al governo un intervento "correttivo" della riforma Severino sulla geografia dei tribunali (da fare entro il 12 settembre, prima che entri in vigore la riforma).In mattinata il Pdl aveva tentato un blitz sul limite all’uso dei contanti. Con un emendamento a firma D’Alì-Bonfrisco si chiedeva infatti di alzare da 1.000 a 3.000 euro la soglia per l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti. Ma la proposta di modifica è stata respinta suscitando la protesta del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, che ha parlato di «un’occasione persa per eliminare un freno eccessivo agli acquisti e rilanciare l’economia».Tra le circa 70 modifiche introdotte al Senato ci sono anche alcuni interventi importanti per il comparto edile come l’anticipazione obbligatoria nei lavori pubblici, il cambio di sagoma indispensabile per la riqualificazione delle città e l’estensione degli anni qualificanti per il certificato Soa. «È la dimostrazione della grande attenzione che governo e Parlamento hanno dedicato al settore – commenta il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti –. Ora attendiamo un nuovo decreto per la crescita che punti sui mutui per la casa e preveda un vero piano di investimenti per le opere pubbliche». È stato confermato, invece, il taglio del 25% del compenso complessivo dei manager pubblici che non rientrano nel tetto dei circa 300mila euro fissato dal Salva Italia. Una decisione che il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha definito «un segnale dovuto e giusto in un momento crescenti disuguaglianze sociali».Tra le novità principali previste dal dl del Fare anche la soppressione del Durt, l’Iva agevolata sui biglietti d’ingresso all’Expo e lo stop allo sconto del 30% sulle multe per i patentati virtuosi, che resterà valido solo per chi paga entro cinque giorni dalla data della contravvenzione.