Economia

RAPPORTO. Stipendi, in Italia tra i più bassi dell'Ocse

martedì 11 maggio 2010
In Italia nel 2009 i salari si sono confermati tra i più bassi dei Paesi dell'Ocse, inferiori del 16,5 % rispetto alla media dei trenta membri dell'Organizzazione. Lo rivela il Rapporto Taxing Wages diffuso oggi a Parigi, in cui il nostro Paese si colloca come stipendi al 23mo posto, stessa posizione dello scorso anno. In media in Italia, secondo i dati Ocse, un lavoratore single senza carichi di famiglia ha avuto nel 2009 un salario annuale netto di 22.027 dollari, rispetto i 26.395 della media Ocse. Ancora più forti i divari rispetto alla media Ue, dove la media dei salari è di 28.454 dollari (25.253 per la Ue-19). Nel caso di lavoratore con famiglia mono-reddito, con a carico coniuge e due figli, il salario netto degli italiani sale a 26.470 euro ma si conferma al 23mo posto della classifica Ocse. Ai vertici della classifica, nel caso di lavoratore single, la Corea del Sud, con un salario medio di 40.190 dollari, mentre all'ultimo posto il Messico con 10.121 dollari. Nel caso di lavoratore con coinge e due figli a carico, il salario medio più alto si registra in Lussemburgo con 50.482 dollari.I salari degli italiani single e senza figli restano ai livelli più bassi tra i Paesi Ocse, superati anche dagli stipendi in Spagna e Grecia, mentre l'Italia vanta una pressione fiscale sulle retribuzioni ai livelli più elevati sempre tra i Paesi Ocse. È quanto emerge dal rapporto dell'Organizzazione su tasse e salari. In Italia nel 2009 il salario netto per un single senza figli è ammontato a 22.027 dollari mentre al lordo delle tasse è ammontato a 31.167 dollari, in lieve contrazione rispetto ai salari nell'anno precedente. La media Ocse l'anno scorso mostra un salario netto di quasi 26.400 dollari e un lordo che sfiora i 36 mila dollari. Il peso del fisco in Italia si conferma invece tra i più pesanti al mondo, in particolare per i single. Tuttavia nonostante misure di agevolazione nei confronti delle famiglie con figli il peso del fisco in Italia, secondo il rapporto, è superiore di dieci punti rispetto alla media Ocse.Per un single il cuneo fiscale (tasse sul reddito e contributi previdenziali) in Italia è pari al 46,5%, identico valore rispetto al 2008 e solo cinque Paesi presentano un valore superiore. Sensibile il divario ad esempio con i salari in Gran Bretagna, oltre 38mila dollari netti l'anno per un single e 41 mila per una famiglia con due figli. Per i single la Corea del Sud è al primo posto con 40.190 dollari mentre il Lussemburgo guida la classifica dei redditi per le famiglie con due figli con 50.482 dollari netti l'anno. L'Ocse rileva in generale che in 24 Paesi su 30 che aderiscono all'organizzazione, nel 2009 c'è stata una contrazione della tassazione sui salari e il segretario generale Angel Gurria afferma che «i governi devono conciliare il supporto a una ripresa ancora fragile e il bisogno di una maggiore sostenibilità fiscale. Ridurre le tasse sul lavoro può aiutare ad accelerare la ripresa ma solo nell'ambito di un più ampio ed equilibrato intervento».In effetti, rileva il rapporto Ocse, l'anno scorso molti Paesi hanno ridotto la tassazione sui salari e alcuni hanno tagliato i contributi sociali per incoraggiare le aziende a mantenere l'occupazione. La tassazione sui salari più elevata è consentrata sui paesi europei, in Ungheria, Francia e Grecia la pressione più elevata che supera il 40% per le famiglie con due figli. In Nuova Zelanda invece non arriva all'1%, seguita da Islanda con l'8,6% e Lussemburgo all'11,26% mentre la media Ocse è al 26%. Per i single invece in Belgio, Ungheria e Germania il peso del cuneo fiscale supera il 50%, mentre il livello più basso è in Messico con il 15,3%.DISOCCUPAZIONENel primo trimestre 2010 il tasso di disoccupazione in Italia è salito all'8,6%, con un aumento dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del 2009. In Italia a marzo, ricorda ancora l'Ocse, il tasso di disoccupazione è salito all'8%, in aumento dello 0,2% rispetto a febbraio e dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2009. Nei 30 Paesi membri dell'organizzazione, spiega ancora l'organizzazione parigina, il tasso di disoccupazione a marzo è rimasto stabile all'8,7%, con picchi in Spagna (19,1%), Slovacchia (14,1%) e Irlanda (13,2%). Nel G7, il tasso di disoccupazione è rimasto all'8,3% come in febbraio, nell'Unione Europea al 9,6% e nell'area euro al 10%.