Economia

Economia. Ocse, in Italia ripresa da metà 2015

martedì 25 novembre 2014
​Solo dalla metà del prossimo anno, si potrà parlare di ripresa per l'Italia. È questa la stima dell'ultimo Outlook dell'Ocse, secondo cui il Pil del Belpaese nel 2014, dopo la contrazione dell'1,9% del 2013, calerà ancora dello 0,4% per poi tornare positivo nel 2015, ma di appena lo 0,2%. Nel 2016, invece, la crescita dovrebbe consolidarsi all'1%. In negativo il quarto trimestre di quest'anno (-0,5%). Si tratta di una revisione al ribasso rispetto alle stime contenute nell'Outlook precedente dove aveva previsto una crescita dell'economia italiana pari allo 0,5% nel 2014 e all'1,1% nel 2015. Il supporto della politica monetaria della Bce, scrive l'Ocse, "dovrebbe facilitare le condizioni finanziarie e facilitare una ripresa del credito bancario, che dovrebbe aumentare gli investimenti. A trainare la crescita dovrebbe essere l'export. L'impatto complessivo della politica fiscale sarà inferiore nel 2015, dove i tagli fiscali saranno compensati da riduzione di spesa. La disoccupazione comincerà a diminuire nel 2016, anche se è destinata a restare ad alti livelli, mentre i salari sembrano destinati a restare modesti". Per quanto riguarda il mercato del lavoro, in Italia il tasso di disoccupazione salirà ancora nel 2014, toccando il 12,4% dal 12,2% del 2013, e comincerà a scendere lievemente solo l'anno prossimo quando arretrerà al 12,3%. L'andamento ribassista proseguirà anche nel 2016 quando si attesterà al 12,1%. La bassa crescita dell'Italia e il varo di nuove riforme strutturali giustificherebbe un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di consolidamento fiscale, ha dichiarato il capo economista dell'Ocse, Catherine Mann. L'Italia, ha aggiunto Mann, "ha molto da fare per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro" e deve rendere il proprio sistema fiscale "più favorevole alla crescita", in particolare dal punto di vista della "composizione delle entrate e della spesa". L'Ocse condivide inoltre la scelta del governo italiano di rinviare il pareggio di bilancio al 2017 ma incalza l'esecutivo affinchè spinga l'acceleratore delle riforme. "Per supportare la crescita economica - si legge nell'Outlook - il governo ha, in modo appropriato, ritardato il consolidamento fiscale e ha completato alcune tappe del suo esauriente programma di riforme strutturali".