Economia

CRISI. Ocse, dal 2012 l'Italia sarà in recessione

lunedì 28 novembre 2011
In recessione nel 2012, in compagnia di Grecia, Portogallo e Ungheria. Meglio di noi, con una crescita comunque limitata allo 0,3%, Francia e Spagna, mentre il Regno Unito crescerà dello 0,5%. È il quadro sull'economia europea che emerge dall'Outlook dell'Ocse, che stima nel 2012 un calo del 3% per la Grecia (dopo il -6,1% di quest'anno), del 3,2% del Portogallo (-1,6% nel 2011) e dello 0,6% dell'Ungheria (+1,5% nel 2011). Nel 2013, poi, saremo quelli che cresceremo meno, +0,5% ancora come Grecia e Portogallo.Il nuovo governo Monti deve "varare importanti riforme strutturali per favorire la crescita". Lo afferma l'Ocse nell'Economic Outlook. "La stretta di bilancio, combinata con il rallentamento della domanda mondiale e con una competitività debole, sarebbe un ostacolo per la crescita a breve termine, ma è necessaria per assicurare progressi sulla strada della sostenibilità fiscale". L'Ocse aggiunge che "la disoccupazione aumenterà e che l'aumento dei salari rallenterà".L'Ocse rileva poi che "il deterioramento della fiducia in Italia è stato in parte auto-generato, visto che l'ultimo governo è apparso esitante in merito al rispetto dei programmi sul pareggio di bilancio entro il 2014, sebbene il traguardo fosse stato previsto inizialmente nel 2010 e confermato del Programma di stabilità europeo". Anche "l'impegno per riforme strutturali, nonostante la pubblicazione del Piano di riforme nazionale della primavera del 20120, è apparso in dubbio. Il passo successivo dell'aumento dei tassi d'interesse sul debito ha costretto il governo ad adottare una posizione ancora più rigida sul fronte del bilancio, puntando all'eliminazione del deficit nel 2013".Quindi, conclude l'Ocse, "la crescita potrebbe essere maggiore se azioni decisive da parte del governo porteranno gli spread rapidamente giù e spingeranno al rialzo la fiducia. Ma la stretta di bilancio è molto severa, necessiterà di una forte determinazione da parte del nuovo governo e potrebbe avere effetti di più forte contrazione di quanto previsto".Nella ricetta suggerita dall'Ocse, che ribadisce la necessità di riforme del mercato del lavoro (anche con tagli ai salari della p.a. e diversificazione regionale degli stipendi), della concorrenza, delle professioni, delle privatizzazioni, figura anche l'istituzione di un'autorità indipendente per "monitorare i progressi sul fronte del consolidamento di bilancio e delle riforme". L'organismo potrebbe "pubblicare una valutazione sull'outlook macroeconomico e sull'implementazione degli obiettivi di bilancio a intervalli regolari".