Economia

Netflix. Il miglior thriller sono i conti

Pietro Saccò martedì 17 aprile 2018

Un cane divora una busta promozionale di Netflix

Chi conosce Netflix ha un’idea di che cosa sia il binge watching: si tratta di guardare una serie televisiva per ore, una puntata dopo l’altra e senza interruzioni, come ipnotizzati e incapaci di opporsi alla curiosità di vedere come andrà a finire. L’azienda fondata nel 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph riesce a ottenere qualcosa di simile anche a Wall Street, dove migliaia di investitori non riescono a smettere di prestarle soldi e fiducia. Come se volessero vedere come finirà.

Per molti versi Netflix va davvero alla grande. I conti presentati lunedì sera dicono che nei primi tre mesi di quest’anno il gruppo dello streaming video ha incassato 3,7 miliardi di dollari, il 40% in più rispetto a un anno fa. Tra marzo 2017 e marzo 2018 i suoi iscritti paganti sono cresciuti da 94 a quasi 119 milioni. È come se in questi dodici mesi si fosse abbonata l’intera popolazione dell’Australia. I dati del trimestre confermano che l’azienda sta diventando sempre meno dipendente dagli Stati Uniti: a metà del 2017 c’è stato il sorpasso degli iscritti stranieri su quelli americani, che ora sono rispettivamente 63,8 e 55 milioni, nel secondo trimestre i ricavi internazionali potrebbero superare quelli del mercato statunitense.

Uno spettacolo, insomma. Ma chissà come andrà a finire. Dietro questi risultati c’è un enorme sforzo di produzione di nuove serie, film e programmi. Netflix non ha in cassa i soldi per finanziare tutti questi show. Si è già indebitata per oltre 6,5 miliardi di dollari e ad oggi ha impegni finanziari futuri quantificati per la produzione di contenuti quantificati i 17,9 miliardi di dollari. Non si capisce come Netflix riuscirà a rimborsare i creditori, dal momento che nonostante la forte crescita e i 534 milioni di dollari di utili, anche nel primo trimestre l’azienda ha perso 287 milioni di dollari di cassa.

Bruciare liquidità per finanziare la crescita è tipico di una start up e Netflix, nonostante i suoi vent’anni e la dimensione raggiunta, cresce ancora come una start up. Per fare tornare i conti dovrà mantenere questi ritmi di espansione ancora a lungo. Nel frattempo perderà miliardi su miliardi e dovrà indebitarsi ancora. Nelle sue casse ora ci sono 2,6 miliardi di dollari e il 2018, secondo le stime aziendali, si chiuderà con un flusso di cassa negativo per 3 o 4 miliardi. Servono presto nuovi finanziamenti.

Nella lettera agli azionisti pubblicata martedì Netflix conferma che continuerà a fare crescere il debito finché servirà a finanziare le produzioni. Non si sa quando arriveranno i profitti. «Avremo flussi di cassa negativi per ancora molti anni, dato che la nostra spesa per i contenuti originali cresce rapidamente» ammette candida Netflix. Agli azionisti non dispiace: il titolo dopo i risultati trimestrali ha segnato un rialzo di quasi il 10%, ai nuovi massimi storici. Lo spettacolo, anche a Wall Street, può andare avanti.