Economia

Ricerca. Motivare i dipendenti per uscire dalla crisi

mercoledì 16 luglio 2014
È l’engagement la ricetta per uscire dalla crisi e ripartire. Nel perdurare di momenti difficili e in un mercato del lavoro ancora problematico, le aziende cambiano le loro priorità in modo significativo e mettono in primo piano l'engagement dei dipendenti, seguito dal cambiamento culturale e organizzativo. Lo conferma la ricerca 2014 di Top Employers Institute – ente di certificazione globale delle eccellenze in ambito HR – effettuata su oltre 850 aziende in oltre 70 Paesi di tutti i continenti, tra cui le 51 aziende Top Employers in Italia.  L’Engagement è la priorità n° 1 per le aziende Top Employers Italia nel 2014, seguita da altri valori quali cambiamento culturale, gestione del talento, sviluppo della leadership, apprendimento e sviluppo. Questa la classifica delle prime 5 priorità aziendali per le 51 aziende Top Employers Italia 2014: 1. Engagement 2. Cambiamento culturale e organizzativo 3. Gestione del talento 4. Sviluppo della leadership5. Apprendimento e sviluppo Rispetto all’anno precedente, sia l’engagement sia il cambiamento culturale e organizzativo “salgono” di una posizione (erano rispettivamente al 2° e 3° posto nel 2013), a testimonianza delle mutate esigenze e trend aziendali, che vedono slittare la gestione del talento al 3° posto (era la priorità n°1 nel 2013).L’importanza dell’engagement è inoltre confermata dagli studi di benchmark in proposito, aumentati di oltre il 10% rispetto all’anno precedente: sono stati effettuati dal 62% delle aziende nel 2014 (nel 2013 erano il 51%). Il dato italiano è più alto rispetto a quello generale europeo, che vede gli studi di benchmark sull’engagement al 54% (rispetto al 48% del 2013).A fianco dell’aumentata importanza dell’engagement, aumenta anche l’attenzione alla corretta diffusione dei valori aziendali, con un aumento dei corsi di mission e valori aziendali: effettuati nel 96% nel 2014, a fronte di un 89% dell’anno precedente. Una nuova ottica dove assume un valore primario anche una nuova visione dei percorsi di carriera.E ancora una volta i dati della ricerca di Top Employers Institute lo confermano, con un significativo aumento del + 9% di attenzione verso i percorsi di carriera, fino a non molti anni fa riservati in massima parte ai “piani alti” o middle manager, ma che hanno visto recentemente un importante incremento anche a livello di staff: vengono effettuati nel 60% dei casi nel 2014 (nel 2013 erano il 51%).Un cambiamento di priorità che ha una spiegazione precisa: «Il perdurare della crisi ha avuto importanti riflessi all’interno delle organizzazioni aziendali soprattutto per quanto riguarda nuovi valori e nuove modalità nel rapportarsi con le persone. Da qui, la necessità dei responsabili HR di affrontare nuove esigenze e rimodellare disegni e modelli relazionali. Ecco quindi l’importanza sempre maggiore del motivare i dipendenti con argomenti e strategie che vanno oltre la retribuzione; creare una fidelizzazione importante dei talenti migliori; gestire le competenze e l’esperienza dei senior; prestare  attenzione a una corretta pianificazione delle carriere, seguendo il principio che un ambiente di lavoro ottimale è un elemento competitivo in grado di favorire la crescita non solo professionale, ma anche personale e umana delle persone, e questo si traduce, a sua volta, in potenzialità di sviluppo e crescita anche a livello aziendale», osserva Alessio Tanganelli, country manager Italia di Top Employers Institute.