Economia

I CONSUMI E LA CRISI. Meno sprechi a tavola, torna il fai da te

Andrea Zaghi sabato 20 ottobre 2012
La crisi fa tirare la cinghia agli italiani. Si taglia ciò che si può, si torna un po’ al passato, si guarda in maniera più attenta ai prezzi, alla qualità dei cibi, si valuta la necessità dei singoli acquisti, si pensa a quello che si può fare in casa. È l’istantanea scattata dalla Coldiretti che, nell’ambito del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione 2012, organizzato a Villa d’Este di Cernobbio, ha presentato ieri un’indagine sui consumi al tempo della crisi. Un rapporto impietoso, che non lascia spazio ai dubbi.Quasi una famiglia su quattro (24%) si trova in difficoltà economiche, con un aumento del 3% rispetto al 2011, e quasi la metà degli italiani (48%) pensa che la propria situazione sia destinata a peggiorare. Di più: due famiglie su tre hanno tagliato gli sprechi a tavola. In altre parole, spiega la Coldiretti insieme a Swg, «l’ottimismo degli analisti economici per il futuro non sembra trovare riscontro nelle famiglie, che nel 51% dei casi dichiarano di riuscire a pagare appena le spese, mentre l’8% non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile». Certo, c’è sempre un 40% di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici, ma le difficoltà dell’altra metà della popolazione si ripercuotono su tutto, alimentazione compresa.Stando ai coltivatori e a Coop Italia, si acquista più pasta e meno carne, generando una flessione media dei consumi alimentari in quantità vicina al 3%. Ad essere ridotte sono anche le spese di pesce (-1%) e ortofrutta (-0,9%), mentre salgono quelle per il pane (+1,3%). È stato poi registrato un aumento record degli acquisti in quantità di farina (+8,3%), uova (+5,3%) e grassi come il burro (+2,8%), perché in casa si è tornati a preparare il pane, le torte, le conserve, lo yogurt, così come si preferisce prendere il caffè (+3,3%), piuttosto che consumarlo al bar. Gli italiani si ritrovano sempre di più nelle abitazioni, magari con una bottiglia di buon vino davanti (gli acquisti di etichette tipiche sono cresciuti dell’1,5%) e con la torta fatta in casa (la pasticceria industriale ha avuto un tracollo del 3,8%, i dessert preconfezionati del 12%).Produttori e industriali cercano rispondere. Nella lista degli alimentari più in promozione, ci sono l’olio di oliva (il 53% delle vendite), i vini tipici (il 40%), la pasta (il 39%) e le conserve di pomodoro (il 32%). Non potrebbe che essere così, visto che siamo diventati attentissimi alle etichette e ai prezzi e lo saremo ancora di più appena ci renderemo conto che, dice Coldiretti, il previsto aumento dell’Iva costerà oltre mezzo miliardo solo per le spese alimentari. Sembra, invece, andare meglio all’estero, visto che l’export alimentare raggiungerà i 31 miliardi.Risparmio e attenzione, d’altra parte, toccano un po’ tutti gli acquisti. Pare che la maggioranza delle famiglie ricicli gli abiti smessi nel cambio stagione, mentre il 53% ha rinunciato o rimandato le spese di abbigliamento, il 51% ha tagliato viaggi e vacanze, il 48% i ristoranti e le discoteche, il 42% l’acquisto di "nuove tecnologie". Si salvano, per ora, solo le spese destinate ai figli. Così non accade per quelle destinate al commercio equo e solidale, tagliato dell’8%.